CERCASI MEDICO DI FAMIGLIA (RIVOLGERSI A “CHI L’HA VISTO?”)
Caro Schiavi, ecco la disavventura di due poveretti alla ricerca del medico di famiglia. Niente di nuovo sotto il rovente cielo lombardo, per carità, ma l’ennesima testimonianza di come al danno spesso si aggiungano le beffe. Nel febbraio 2021 riesco ad avere per me e mio marito un nuovo medico, una dottoressa e, oh miracolo, pure brava e, soprattutto, disponibile perfino a visitarmi e non solo a inviare le prescrizioni online. Peccato, però, che dopo qualche mese venga a scoprire che è alla vigilia della pensione. Nel febbraio 2022 troviamo un successore. Contattato telefonicamente, il nuovo dottore dichiara: «Sto smantellando il mio studio perché fra pochissimo mi ritirerò e poi sono gravemente malato. L’Ats non vi ha informato? Cercatevene un altro». Questo medico non l’ho mai visto. Pochi contatti, nervosi e conflittuali, solo per mail e telefono. Si riparte. Inutile tentare di contattare telefonicamente gli uffici di scelta e revoca. Nessuno risponde. Andando di persona in via Rugabella o in altre sedi, l’appuntamento è alle calende greche. Mi butto sull’online, a fine maggio 2022. Incredibilmente il Servizio scelta e revoca il 10 giugno 2022 con una mail comunica che «con decorrenza odierna» è stato assegnato il medico tal dei tali. Che efficienza. Entusiasmo e giubilo. Che durano poco. Mio marito e io, il 13 giugno, ci precipitiamo nello studio del nuovo medico di famiglia per controllare che esista veramente. Amara sorpresa. Il medico c’è. Cortese ma affranto, accasciato, prostrato, avvilito comunica: «Ma non vi hanno detto che il 30 giugno prossimo me ne vado in pensione? Con 5 anni di anticipo, perché non ce la faccio più. Vi chiedo scusa a nome dell’Ats. Purtroppo per sollecitare l’assegnazione di un altro collega, dovete aspettare che passi un mese dalla precedente richiesta». È tutto, caro Schiavi.
Maria Plantone
Gentile Maria, nell’impoverimento che da inizio pandemia ci sta retrocedendo di qualche decennio, nonostante gli inni alla digitalizzazione e al metaverso, bisogna mettere anche la perdita dei medici di fiducia o di famiglia: se ne vanno anche perché non ce la fanno più, è vero, in un sistema che ne ha svuotato professionalità e ricambio. Loro però hanno fatto poco per contrastare la deriva: oggi il cittadino è lasciato in mezzo al guado, si deve arrangiare e la disaffezione verso la politica comprende anche questa narrazione, che lei ha reso persino avvincente.