Corriere della Sera (Milano)

Il Comune rifà i conti e taglia lo sconto Covid sull’affitto di San Siro

Per il 2020-21 richiesti a Inter e Milan 1,7 milioni in più

- Di Maurizio Giannattas­io

Un fronte dietro l’altro. Le polemiche infinite sul nuovo stadio, la richiesta ai club di quasi 11 milioni di arretrati per San Siro e adesso il mancato sconto sull’affitto del Meazza durante la pandemia. Tra il Comune e Milan e Inter non c’è pace. L’ultimo braccio di ferro riguarda il pagamento del canone di concession­e dello stadio per gli anni 20192020 e 2020-2021. Da contratnon to, la cifra che le squadre avrebbero dovuto versare a Palazzo Marino era di 9 milioni e 400mila euro sia per il 2019-2020 sia per il 2020-2021 (con la possibilit­à di dare cash una parte e il resto, fino al 53%, in lavori di manutenzio­ne dell’impianto). Solo che i due anni in questione sono stati gli anni dove il Covid ha impazzato con chiusura degli stadi per un lungo periodo di tempo. A questo punto i due club hanno deciso di fare ricorso a un articolo della convenzion­e che prevede una riduzione proporzion­ale del canone di concession­e in caso lo stadio non sia pienamente fruibile qualora dipenda da cause di forza maggiore e non dal concession­ario.

A ottobre dell’anno scorso il Comune, dopo aver preso visione dei bilanci delle squadre, accorda una riduzione del canone: 7 milioni e 200 mila euro per la stagione 2019-2020 e 7 milioni e 500mila per il 2020-2021. Lo sconto è rispettiva­mente di 2 milioni e 200 mila euro e di 1 milione e 900 mila per gli anni successivi. Troppo poco e proporzion­ato al danno subito con la chiusura dell’impianto al pubblico secondo le squadre che contestano le cifre del Comune e chiedono il riesame della pratica. Cosa che pur con qualche mese di ritardo è effettivam­ente successa e pochi giorni fa è arrivata la doccia fredda. Palazzo Marino ha ripreso in mano i bilanci, ha controllat­o la voce ricavi e ha rifatto i conti. Da una parte conferma, anzi aggiunge uno sconto di 100mila euro al canone del 2019-2020 che così si riduce a 7 milioni e 100mila euro, ma dall’altra alza l’asticella del 2020-2021 di 1 milione e 700 mila euro, portando il canone a 9 milioni e 200mila euro, poco al di sotto dell’affitto da pagare in un anno, diciamo così, normale. La ratio di questa decisione starebbe proprio nei ricavi del 2020-2021 presentati dai club, ma qualcuno fa malignamen­te notare che il riconteggi­o è avvenuto dopo che la Corte dei Conti ha bacchettat­o il Comune sui lavori pregressi allo stadio. Quelli per cui Palazzo Marino ha chiesto (la delibera è arrivata venerdì in giunta) 10 milioni di arretrati alle due squadre. Adesso questa nuova decisione ha chiarament­e lasciato le squadre, che già non erano contente prima, con l’amaro in bocca. Ma prima di aprire una nuova schermagli­a hanno preferito chiedere un incontro con Palazzo Marino per capire i criteri con cui sono stati fatti i calcoli. In agenda c’è però anche un altro incontro, quello dei club con il coordinato­re del dibattito pubblico Andrea Pillon, previsto entro la fine della settimana.

 ?? ?? L’«altra» Scala Lo stadio di San Siro vuoto in occasione della sfida tra il Milan e il Genoa, quando a causa della pandemia il pubblico non poteva entrare nella «Scala» del calcio
L’«altra» Scala Lo stadio di San Siro vuoto in occasione della sfida tra il Milan e il Genoa, quando a causa della pandemia il pubblico non poteva entrare nella «Scala» del calcio

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