Corriere della Sera (Milano)

Valtellina, i torrenti sono in secca I pescatori soccorrono i pesci

Migliaia di trote spostate nei fiumi Adda e Mera: interventi quotidiani, è emergenza

- Di Barbara Gerosa

LECCO Piccole pozze circondate da sassi e terra. L’alveo del torrente Madrasco, a pochi chilometri da Sondrio, tra Fusine e Colorina, è ridotto a un rigagnolo. Le trote marmorate annaspano nell’acqua bassa, destinate a soccombere senza ossigeno. Stivaloni, secchi e l’attrezzatu­ra per l’elettropes­ca sulle spalle: a salvarle i pescatori. Si avvicinano lentamente, le stordiscon­o con una scossa a basso voltaggio, poi le trasportan­o fino all’Adda. Alla fine della giornata sono oltre trecento i pesci portati al sicuro. Poco più giù, all’imbocco della Valtellina, stessa scena. Il Bitto che attraversa Morbegno è quasi in secca: un migliaio le trote spostate negli ultimi giorni. Cambia la vallata. Chiavenna, torrente Schiesone: ottocento pesci recuperati e messi nella Mera. Un lavoro che prosegue da settimane. Gli effetti della siccità e del caldo anomalo che nei prossimi giorni arriverà a raggiunger­e punte di 40 gradi. La fauna ittica è messa a rischio dalle scarse precipitaz­ioni.

In azione i volontari dell’Unione pesca sportiva di Sondrio, settemila iscritti e una speciale commission­e di tutela delle acque. L’attuale coordinato­re, per 38 anni, è stato anche direttore dell’associazio­ne. «Mai avevo visto una situazione simile — spiega Giorgio Lanzi —. Accadeva in passato di dover spostare trote e temoli dove l’acqua è più alta, ma adesso gli interventi sono quasi quotidiani. La portata di fiumi e torrenti si è ridotta come mai in passato. Il deflusso minimo vitale rilasciato dalle dighe sembra non bastare più». In Valtellina ci sono 220 torrenti, 110 laghetti alpini, 48 dighe (forniscono il 50% dell’energia idroelettr­ica della Lombardia) e due grandi fiumi, Adda e Mera. «Parliamo di 1.350 chilometri di acqua, che presidiamo costanteme­nte — prosegue Lanzi —. Ci occupiamo dell’immissione del novellame, ma in questo momento le nostre energie sono rivolte a salvare i pesci. Gli invasi sono ai minimi storici, in un periodo in cui dovrebbero essere pieni per lo scioglimen­to stagionale della neve.

Ma quest’anno di neve ne è arrivata davvero poca, i ghiacciai si stanno ritirando e il fondo valle è all’asciutto. Se a questo aggiungiam­o i lavori fatti negli alvei di alcuni torrenti che hanno lasciato massi e pozze si può comprender­e perché il numero delle trote si stia riducendo. I pescatori sono le sentinelle del territorio e le segnalazio­ni sono ormai quotidiane. Le morie di pesci rischiano di sconvolger­e un equilibrio ambientale già fragile».

Situazione meno drammatica, ma comunque al limite nella vicina provincia di Lecco. I pescatori dell’associazio­ne Briantea sono intervenut­i a Sartirana per salvare alcune carpe rimaste intrappola­te nella roggia Ruschetta. Boccheggia­vano nell’acqua bassa fino a quando non sono state prelevate e spostate. «Siamo in allerta — racconta Stefano Simonetti, presidente Fipsas, Federazion­e italiana pesca sportiva e attività subacquee (5.100 iscritti) —. Uno speciale nucleo composto da una decina di persone è pronto a rispondere a nuove chiamate della Regione, come accaduto in passato per il torrente Grigna a Ballabio, sul Pioverna e sul Gallavesa a Erve. Abbiamo anche un pick up attrezzato con una vasca e bombole per ossigenare l’acqua. Ma a preoccupar­ci di più in questo momento sono le condizioni del lago. Il Lario negli ultimi giorni è calato di oltre 80 centimetri ed è a rischio la frega dei ciprinidi, cavedani e alborelle. Ho scritto una lettera all’assessore regionale Fabio Rolfi segnalando il danno ittico. Una riflession­e andrebbe fatta sulla gestione della diga di Olginate, tema ancora più importante in questo periodo di siccità che ormai ha raggiunto livelli record».

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 ?? ?? Salvataggi
A destra, i volontari dell’Unione pesca sportiva di Sondrio mentre recuperano i pesci nel torrente Mallero. Sopra, i soci della Federazion­e italiana pesca sportiva all’opera nel Lecchese
Salvataggi A destra, i volontari dell’Unione pesca sportiva di Sondrio mentre recuperano i pesci nel torrente Mallero. Sopra, i soci della Federazion­e italiana pesca sportiva all’opera nel Lecchese

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