Milano tra le città regine della Rete «Tradurre la curiosità in servizi»
Google lo sa: Milano interessa, incuriosisce, attrae. Altrimenti non sarebbe la sesta città più popolare sul più utilizzato motore di ricerca web. Più di Barcellona, Monaco e San Francisco e anche più di capitali come Amsterdam e Tokyo. È vero, fin qui si tratta soltanto di sei lettere digitate in una finestrella Internet, ma è un buon segnale: in termini di percezione Milano è un nome «risonante» almeno quanto le principali capitali politiche. Ma per tradurre quelle ricerche su Google in veri viaggi e investimenti sul suolo ambrosiano bisognerà migliorare qualcosa in materia di «congestione e qualità della vita», di «ecosistema innovazione» e «attenzione a green e smartness». Cioè a come si vive, ci si muove, si produce e si lavora.
Questo è il quadro che emerge dalla seconda edizione del rapporto «Your Next Milano», promosso da Assosolombarda con Milano & Partners, che dopo aver affrontato la stagione della pandemia ha concentrato l’attenzione sulla fase di ripresa, con un focus sulla dinamicità e sulla competitività di Milano. In sostanza si tratta di un’analisi annuale dell’attrattività e della competitività della città, che fa anche il punto sulle prospettive dell’economia e del lavoro nel confronto con dieci grandi centri urbani nel mondo: Amsterdam, Barcellona, Berlino, Chicago, Londra, Monaco, New York, Parigi, San Francisco e Tokyo. Cioè città rilevanti nel network economico globale, sia pure con vocazioni differenti.
Le variabili considerate per la valutazione sono tre: percezione, attrattività, economia. Per quanto riguarda il primo aspetto, oltre ai clic su Google e ai limiti di qualità della vita, Milano funziona bene: l’immagine è buona, la città è conosciuta e considerata. E poi — ma questa non è una sorpresa — è allo stesso tempo una «meta turistica e per eventi sportivi» (al 14° posto davanti a Amsterdam e San Francisco), un «place for business» (21°, davanti a Monaco e Berlino) e un «nodo nelle reti globali» (31°, davanti a Monaco, Barcellona e Berlino). Sul piano dell’attrattività, invece, le comparazioni con le altre città rivela diversi ritardi, sebbene il post-pandemia offra segnali di risalita anche sotto questo aspetto. Per esempio, si legge nel rapporto, «per Milano rimangono consistenti distanze nella quantità di investimenti e giovani attratti». E non si tratta di due dettagli da poco. Però la terza variabile — l’economia — offre altri dati incoraggianti: nel 2020 tutte le città globali hanno accusato pesantemente la recessione innescata dalla pandemia (-6,7% il valore aggiunto a Milano) e nel 2021 il rimbalzo è ovunque consistente (+6,4% a Milano), ma tra le città di riferimento soltanto New York e Chicago riescono in un solo anno a eguagliare i livelli di Prodotto interno lordo del 2019. Invece a fine 2021 Milano, insieme a Berlino, si avvicina al pre Covid, con un divario sotto il punto percentuale (-0,7% e -0,6% rispettivamente sul 2019), mentre le altre città sono più distanziate.
«I dati di Your Next Milano confermano che la città ha, sicuramente, imboccato la strada per superare la crisi, ma occorre fare di più, a livello di sistema, per recuperare le performance del pre Covid e, allo stesso tempo, per crescere ulteriormente nel confronto con i benchmark internazionali — osserva il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada —. La priorità attuale è quella di rendere finalmente la Città metropolitana uno snodo istituzionale strategico per il nostro territorio, anche in vista della messa a terra del Pnrr». E il sindaco Giuseppe Sala commenta così le indicazioni della ricerca: «Milano è una città internazionale e dinamica, che deve aspirare a diventare un benchmark globale. Il Comune farà la sua parte perché la ripresa e la crescita, dopo le pesanti conseguenze della pandemia, avvengano in maniera inclusiva ed equa».