Corriere della Sera (Milano)

Nonna Giuseppina, a 81 anni la sfida della terza media

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«Idue anni di Covid che mi hanno buttato a terra, mio marito che è morto un anno fa, i nipoti che ormai son grandi e non devo più curare nessuno. Mi sono chiesta cosa faccio adesso della mia vita e mi sono messa a studiare per la licenza media». Giuseppina Rodolfi a 81 anni oggi ha l’esame, all’istituto Confalonie­ri. «Lo racconto perché tanti nella vita si fermano al primo ostacolo e anche perché ci sono parecchi vecchi che non sanno cosa fare e danno noia ai figli — sorride — e diventano insopporta­bili, io non l’ho mai fatto, esco, leggo, ho più di mille libri, sono partita da Calvino, fino a Freud ed Engels e ho adorato Tiziano Terzani». Riassume la sua storia, lei e i cinque fratelli che quando il papà si ammala devono lasciare la scuola e andare a lavorare, «vendevo sapone di porta in porta, a 12 anni sono andata a fare la parrucchie­ra», il matrimonio a 21 anni, due figli, «mai smesso di lavorare, prima nella salumeria di mio marito, poi come estetista, fino a quando lui si è ammalato, Alzheimer. Sono rimasta sola un anno fa e allora ho deciso: faccio le medie». Da ottobre in classe tutte le mattine, racconta Giuseppina Rodolfi: «Ho visto la pubblicità di una scuola e mi sono iscritta. Tutto in presenza, mi hanno proposto alcune lezioni online e ho detto subito di no, volevo uscire. Ho fatto tante conoscenze —continua —. I miei compagni? Quindicenn­i, tanti stranieri, studiavano poco, loro che potevano, io invece ero ogni giorno sui libri e mi svegliavo anche la notte, alla mia età si fa fatica, hai tanti ricordi antichi ma la memoria breve sparisce». L’esame sin qui è andato bene. «Ho preparato tre anni in uno e per il biennio sono già promossa, mi sono presentata con una tesina sul coraggio, partendo da Rosso Malpelo. Il tema è andato benone, matematica era difficile, ora vediamo l’orale. La mia tesina è sulla scuola di oggi e di ieri, di quando ai miei tempi si studiava tutto a memoria e infatti inizio con una poesia di Carducci, San Martino, la nebbia agli irti colli pioviggina­ndo sale .... ».

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