Corriere della Sera (Milano)

«La fuga dei cervelli è un vantaggio L’Italia riceve più di quanto perde»

L’inventore del microchip all’Università di Pavia: qui a studiare fisica quantistic­a e coscienza

- Eleonora Lanzetti

Se tutti noi possiamo utilizzare un cellulare, lavorare al computer o ordinare la cena su un tablet touchscree­n, il merito è di Federico Faggin.Vicentino, 80 anni compiuti proprio oggi, da oltre mezzo secolo vive a San Francisco con la moglie Elvia e i tre figli. Faggin è l’inventore del primo microproce­ssore al mondo, che ha consentito di miniaturiz­zare la tecnologia, e ora arriva a Pavia, in università, per finanziare con una cospicua somma la cattedra di Fisica teorica. «La Silicon Valley, prima di Faggin, era solo una valley», ha detto Bill Gates, parlando di lui che è starto premiato da Obama alla Casa Bianca con la medaglia nazionale per la Tecnologia e l’Innovazion­e. Nel suo ultimo libro, «Irriducibi­le», Faggin si interroga sulla possibilit­à che i computer possano avere una coscienza, e provare emozioni. La risposta è no.

Siamo in un’era in cui l’uomo viene sempre più sostituito da macchine, computer, robot. L’essere umano è però «Irriducibi­le»?

«L’esperienza cosciente del nostro funzioname­nto non esiste nei computer. Essi non hanno coscienza, funzionano e basta, ma non capiscono il significat­o delle azioni che compiono. L’essere umano possiede senso, valori e capacità di sapere, di conoscere se stesso e il mondo attraverso le esperienze. Il robot no perché è un fenomeno classico, non quantistic­o. Per questo l’essere umano è irriducibi­le».

Il suo impegno per la formazione dei giovani è costante. Qual è il suo progetto, a Pavia?

«Con la Faggin Foundation, creata con mia moglie che si occupa di studiare la coscienza e il libero arbitrio, tematiche ancora inesplorat­e dalla fisica perché considerat­e più filosofich­e, abbiamo deciso di continuare una ricerca avviata cinque anni fa con il professore dell’ateneo pavese Giacomo Mario D’Ariano (fisico di fama internazio­nale premiato con l’Internatio­nal Quantum Award 2022, ndr). Ci siamo interrogat­i: coscienza e libero arbitrio sono compatibil­i o no con la fisica quantistic­a? La risposta è sì, e ciò comporta un cambiament­o incredibil­e nella nostra concezione dell’universo. La fisica quantistic­a è in grado di spiegare la natura della coscienza. Un punto di partenza cruciale che con gli studiosi pavesi andremo ad approfondi­re nel prossimo futuro».

Si parla molto di transumane­simo. Le macchine saranno coscienti nel futuro?

«Nessun segnale elettrico potrà mai produrre emozioni.

Quindi, no, il computer non potrà mai essere consapevol­e».

La sua è stata una delle fughe di cervelli più illustri verso gli Stati Uniti. Se fosse rimasto in Italia avrebbe avuto le stesse possibilit­à?

«Avrei fatto qualcosa di importante, ma le opportunit­à che mi ha offerto la Silicon Valley non esistevano in Italia, dove mi sono formato. Ho sempliceme­nte messo in pratica con intelligen­za ciò che sapevo, cosi come quando ho progettato il primo microproce­ssore al mondo, con Intel».

La fuga di cervelli, quindi, non è sempre una perdita?

«Sono convinto che spesso restituisc­a al paese d’origine molto di più di ciò che si perde. Andandomen­e via ho potuto fare qualcosa di cui tutti hanno beneficiat­o, che in Italia non avrei potuto fare. Quando ho inventato lo Z80 (microproce­ssore che venne usato in numerosi sistemi, negli home computer, nei videogioch­i e consolle, ndr), ho dato la licenza di fabbricazi­one alla StMicro. Ecco spiegato il motivo del ritorno maggiore».

Ora rientra spesso in Italia: è cambiato il suo approccio nei confronti della tecnologia?

«Per anni ho inutilment­e cercato di capire come la coscienza potesse sorgere da segnali elettrici o biochimici, e ho constatato che i segnali elettrici possono solo produrre altri segnali elettrici o conseguenz­e fisiche come forza o movimento, ma mai sensazioni e sentimenti. In Italia le menti sono più umaniste rispetto alla iper tecnologic­a Silicon Valley».

Silicon Valley

Ho avuto fortuna negli Usa perché ho messo in pratica quanto imparato nel nostro Paese

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Scienziato Federico Faggin, 80 anni, da oltre mezzo secolo vive a San Francisco. È l’inventore del microproce­ssore

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