Famiglia 7+1, sì all’alloggio Ma l’iter dovrà ricominciare
Convezione Aler-Mm sui trasferimenti. Spiragli per un lieto fine
Dopo i rimpalli, si allarga l’orizzonte per la ricerca di una casa per la famiglia 7+1, cioè la mamma che vive con sette figli in un alloggio Aler di 81 metri quadrati in via Anfossi. Ora anche Mm, che gestisce le case popolari di proprietà di Palazzo Marino, riconosce la validità della convenzione che permette il passaggio di inquilini da un perimetro all’altro.
Non è ancora la soluzione del caso, ma è un passo in avanti. La signora Giovanna F. — e con lei il consigliere regionale Nicola Di Marco del Movimento cinque stelle — aveva sollevato il caso: 81 metri quadrati per otto persone e lontano dalla zona in cui i ragazzini hanno tutti i punti di riferimento. A partire da uno di loro, affetto da epilessia, che deve necessariamente continuare a rivolgersi a psichiatri neurologi e logopedisti che si trovano in Zona 8, da dove la famiglia proveniva prima di trovare sistemazione a Porta Vittoria. Proprio per queste difficoltà di gestione familiare, la donna presenta all’Aler una domanda di cambio alloggio, che viene regolarmente accolta ma finisce in una graduatoria che rende davvero remota la prospettiva di un trasloco. E soprattutto, si sente sussurrare informalmente, «Aler non ha disponibilità di case così grandi». Lei stessa, tuttavia, sostiene che tra le case popolari del Comune, invece, ci sarebbero metrature adatte alla sua situazione. Scrive così al sindaco Sala», ma la risposta che le arriva dall’assessorato alla Casa la rimbalza di nuovo verso Aler e la Regione. Nessuno, però, le dice quanto viene poi spiegato al Corriere, una volta che il caso diventa pubblico: tra Aler e Mm esiste una convenzione che «disciplina la mobilità degli assegnatari tra enti proprietari o gestori».
In effetti questo grimaldello normativo sembra avvolto da una certa nebbia, al punto che da Palazzo Marino arriva inizialmente un’altra risposta raggelante: quella convenzione non è valida. Semmai è vero che di fronte a casi specifici si può trovare un accordo di collaborazione tra le due aziende. A quel punto è lo stesso presidente dell’Aler, Angelo Sala, a intervenire in prima persona con una lettera al Corriere: «Leggo purtroppo, e con sorpresa, il no secco di Palazzo Marino alla signora, adducendo la motivazione della mancanza di un protocollo per disciplinare le modalità di mobilità degli assegnatari tra le due amministrazioni. Le cose non stanno così. Mi auguro che la dichiarazione sia frutto di una svista e non di una specifica volontà di non collaborare nell’interesse dei cittadini».
Ora da Mm, sia pure ufficiosamente, arriva il dietrofront e la conferma che quella benedetta convenzione è effettivamente valida. Ma per beneficiarne, la madre dei sette bambini dovrà ricominciare l’iter burocratico: cioè presentare una nuova domanda all’Aler, mentre Mm dovrà verificare la disponibilità di alloggi adatti. Si narra che, finora, la convenzione sia stata applicata una volta: «Con esito positivo».