Renzi lancia il ticket del sorpasso «Majorino sia il vice di Moratti»
Il leader di Italia Viva sferza il Pd: così si vince. Peluffo: se lascia Letizia ci siamo
Matteo Renzi non demorde e dal MiCo di Milano — dove ieri si è tenuta l’assemblea di Italia Viva che ha dato il via libera alla federazione con Azione di Carlo Calenda — rilancia l’Opa sul Pd per le Regionali in Lombardia. «Un ticket Moratti-Majorino», dice Renzi, chiarendo che in questa formazione l’eurodeputato dem sarebbe il vice dell’ex assessora al Welfare di Regione Lombardia. «Non solo la partita sarebbe aperta — rimarca — ma saremmo addirittura in vantaggio a febbraio», quando i lombardi andrebbero alle urne (sembra infatti ormai certo il voto in contemporanea al Lazio il 12 febbraio, con la possibilità di allungare fino alla mattina del 13).
«Lo sanno gli amici del Pd lombardo — spiega l’ex segretario dem — se domani
mattina, in un momento di rinsavimento complessivo, il mio amico Pierfrancesco Majorino decide di fare il vice della Moratti, noi in Lombardia si vince e dopo 30 anni la Lombardia cambia colore. Io ci credo fino all’ultimo». Ma, aggiunge Renzi, «io non ci credo che il Pd lombardo si fermerà a riflettere». E nell’appellarsi ai dem lombardi, si rivolge anche «al sindaco di Milano» Beppe Sala, «di cui apprezzo la capacità amministrativa e un po’ meno» la visione politica «come ha dimostrato alle ultime elezioni politiche. Se vi fa schifo vincere e vi piace partecipare, cambiate nome al partito e chiamatelo Partito De Coubertin», dice riciclando una battuta già fatta qualche settimana fa proprio a Milano.
Spiegando le scelte fatte dal Terzo polo per le Regionali in Lombardia e nel Lazio, Renzi chiarisce che «abbiamo scelto di candidare i due assessori regionali (Alessio D’Amato e Letizia Moratti, ndr)» anche perché «i soldi del Mes (circa 37 miliardi, ndr) o li prendi adesso o non li prendi più». Ma conscio delle critiche che, soprattutto in Lombardia, continua a ricevere la candidatura di Moratti, Renzi risponde ironicamente: «È evidente che Letizia Moratti non viene da un’espressione politica di sinistra, ci eravamo arrivati anche noi. Non pensavamo a una omonimia quando l’abbiamo candidata e sappiamo chi è Moratti». Ma, aggiunge, «allo stesso tempo sappiamo che Moratti ha preso le distanze dalla politica della Lega e di Salvini e l’ha fatto il giorno che Meloni ha reintegrato i medici no Vax. Lei quello stesso giorno è uscita dalla giunta» che sostiene questo governo.
La proposta di un ticket tra Moratti e Majorino è, tuttavia, per Renzi «l’unico modo per vincere. Ma — avverte — ditelo piano in Lombardia dove si è trasmessa per contagio nel Pd lombardo l’azione che il Pd nazionale ha avuto nel settembre 2022», quando cioè i dem hanno perso le elezioni.
A ribaltare la proposta del ticket renziano è il segretario lombardo del Pd, Vinicio Peluffo: «Se Matteo Renzi vuole giocarsi la partita da vincente e non da spettatore noi ci siamo: ritiri il sostegno a Letizia Moratti e liberi dai tatticismi romani i rappresentati lombardi di Azione e Italia viva. Altrimenti il dubbio è che l’appello di Renzi abbia un unico significato: mettere le mani avanti per la sconfitta». Anche perché, ragiona Peluffo, «i sondaggi dicono chiaramente che Moratti arriverà terza senza neanche entrare in Consiglio regionale. Non un gran viatico per il suo Terzo
polo». E comunque, aggiunge, «fa piacere che Renzi, dopo che ha interrotto il percorso contro la giunta Fontana che il centrosinistra lombardo portava avanti da più di un anno, oggi ci definisca amici: è ovvio che abbiamo convergenze, per questo gli dico di guardare avanti e di centrare l’obiettivo: il cambiamento in Lombardia». Per la presidente dei senatori dem, Simona Malpezzi, «il vero obiettivo di Renzi è solo provare a far perdere il Pd» dal momento che «Letizia Moratti ha incarnato le politiche della destra, ha condiviso e sposato le scelte di Fontana e ne è altrettanto responsabile». Mentre il sindaco di Bergamo Giorgio Gori accetterebbe un «ticket per battere Fontana in Lombardia» solo nel caso in cui «rispecchi i valori in campo: Majorino-Moratti, col primo candidato presidente». «Partita aperta» in Lombardia «con un risultato tutt’altro che scontato» anche per Mariastella Gelmini, vicesegretaria e portavoce di Azione. Quella di Letizia Moratti, che ieri ha avuto l’appoggio anche di Ali-Alleanza liberaldemocratica, «è una candidatura complessa, ma che sui territori sta raccogliendo molto interesse».