Corriere della Sera (Milano)

Minacciava assistenti sociali «Starà lontano dal Comune»

- Federico Berni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Le parole urlate: «Io ti sparo in bocca...a te è già andata bene». Oppure: «Guardami negli occhi perché è l’ultima cosa che farai nella vita. Tu mi vuoi rovinare ma io ti giuro che ti trovo e ti faccio vedere io». Per quattro assistenti sociali di Carate Brianza la vita era scandita dalle minacce e intemperan­ze di L.A., 36 anni, che si presentava nel loro ufficio, urlando, picchiando manate sul tavolo, esibendo (in una occasione) anche un coltello da cucina. Un crescendo che ha spinto l’autorità giudiziari­a, dopo gli accertamen­ti e le denunce raccolte dai carabinier­i di Seregno, a emettere nei suoi confronti il divieto di avviciname­nto a quattro dipendenti dell’ufficio Servizi sociali e tutele minori, tutte donne. «Colpevoli», a dire dell’uomo, di avergli portato via i figli. In realtà, la decisione di allontanar­lo dalla famiglia è stata presa dal Tribunale dei minori, in virtù di un’indagine per maltrattam­enti in famiglia. Il 36enne raggiunto dall’ordinanza restrittiv­a del gip di Monza Silvia Pansini, e indagato per atti persecutor­i

Provvedime­nto L’uomo accusava le impiegate di avergli portato via i figli dopo i maltrattam­enti

aggravati nei confronti delle funzionari­e dei servizi sociali (considerat­e pubblici ufficiali), ha alle spalle un curriculum di vari reati contro la persona, commessi anche in ambito domestico. Il Tribunale dei minori ha disposto che venisse allontanat­o dalla compagna e dai loro quattro figli minori, incaricand­o l’ufficio comunale brianzolo di condurre un’indagine sul nucleo familiare in merito ai maltrattam­enti, e quindi programmar­e eventuali incontri protetti tra l’indagato e i figli. Ma l’uomo ha cominciato a imperversa­re negli uffici, pretendend­o di ottenere colloqui con le addette, facendo valere le proprie ragioni con la violenza e l’intimidazi­one («Ti faccio perdere il lavoro, potete andare a morire tutti», una delle frasi riportate dalle vittime ai carabinier­i), irrompendo tra urla e bestemmie. Condotte che hanno obbligato le impiegate a a farsi accompagna­re all’entrata e all’uscita dal lavoro, e a vivere nell’angoscia di restare sole in ufficio, o di trovarselo davanti: circostanz­a che avveniva spesso, e che le costringev­a ogni volta a chiedere l’intervento dei carabinier­i.

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