Minacciava assistenti sociali «Starà lontano dal Comune»
Le parole urlate: «Io ti sparo in bocca...a te è già andata bene». Oppure: «Guardami negli occhi perché è l’ultima cosa che farai nella vita. Tu mi vuoi rovinare ma io ti giuro che ti trovo e ti faccio vedere io». Per quattro assistenti sociali di Carate Brianza la vita era scandita dalle minacce e intemperanze di L.A., 36 anni, che si presentava nel loro ufficio, urlando, picchiando manate sul tavolo, esibendo (in una occasione) anche un coltello da cucina. Un crescendo che ha spinto l’autorità giudiziaria, dopo gli accertamenti e le denunce raccolte dai carabinieri di Seregno, a emettere nei suoi confronti il divieto di avvicinamento a quattro dipendenti dell’ufficio Servizi sociali e tutele minori, tutte donne. «Colpevoli», a dire dell’uomo, di avergli portato via i figli. In realtà, la decisione di allontanarlo dalla famiglia è stata presa dal Tribunale dei minori, in virtù di un’indagine per maltrattamenti in famiglia. Il 36enne raggiunto dall’ordinanza restrittiva del gip di Monza Silvia Pansini, e indagato per atti persecutori
Provvedimento L’uomo accusava le impiegate di avergli portato via i figli dopo i maltrattamenti
aggravati nei confronti delle funzionarie dei servizi sociali (considerate pubblici ufficiali), ha alle spalle un curriculum di vari reati contro la persona, commessi anche in ambito domestico. Il Tribunale dei minori ha disposto che venisse allontanato dalla compagna e dai loro quattro figli minori, incaricando l’ufficio comunale brianzolo di condurre un’indagine sul nucleo familiare in merito ai maltrattamenti, e quindi programmare eventuali incontri protetti tra l’indagato e i figli. Ma l’uomo ha cominciato a imperversare negli uffici, pretendendo di ottenere colloqui con le addette, facendo valere le proprie ragioni con la violenza e l’intimidazione («Ti faccio perdere il lavoro, potete andare a morire tutti», una delle frasi riportate dalle vittime ai carabinieri), irrompendo tra urla e bestemmie. Condotte che hanno obbligato le impiegate a a farsi accompagnare all’entrata e all’uscita dal lavoro, e a vivere nell’angoscia di restare sole in ufficio, o di trovarselo davanti: circostanza che avveniva spesso, e che le costringeva ogni volta a chiedere l’intervento dei carabinieri.