Cantando a squarciagola
Studenti ma anche colleghi di ufficio in cerca di emozioni liberatorie Il karaoke è un hobby trasversale La playlist? Dai Ricchi e Poveri a Sfera Ebbasta. E sempre la Carrà
In Italia il karaoke è esploso trent’anni fa grazie al programma televisivo lanciato da Fiorello, nel 1992. Il fenomeno arriva da lontano, dal Giappone, dove già negli anni Ottanta si potevano trovare locali dedicati. Nonostante il passare del tempo e delle mode, il karaoke qui in città ha ancora tanti seguaci: cantare a squarciagola in compagnia piace a un pubblico trasversale, dagli studenti agli adulti. Tra le nuove location canterine c’è Ronin, grande, scenografico locale che occupa un intero palazzo in zona Chinatown: qui c’è tutto un piano dedicato al karaoke con a disposizione del pubblico 4 stanze private da prenotare online, tutte allestite in stile salottino orientale. Ideale per le compagnie di amici, anche numerose, che desiderano avere a disposizione uno spazio riservato. Ma c’è molta richiesta anche per eventi e feste aziendali.
Tra gli indirizzi storici, invece, ecco l’Ecurie di zona Porta Garibaldi, dall’atmosfera giovane e molto movimentata fino alle ore piccole: si canta tutte le sere, tranne il lunedì, anche fino alle 4 del mattino.
E poi c’è il karaoke collettivo, che «si differenzia da quello classico perché si punta a far cantare più di una persona insieme: a disposizione del pubblico ci sono più microfoni», spiega Ariele Frizzante, mattatore di tre serate in città molto popolari. Il martedì, già all’ora dell’aperitivo, il dj, che suona le canzoni originali mentre sul video scorrono le parole, si esibisce a Gud Bocconi, all’interno dell’Università. Nel pubblico, ovviamente, tanti studenti. «Chiedono pezzi trap, Sfera Ebbasta o Shakerando di Rhove, ma conoscono anche tanti brani del passato, da quelli degli 883 a Kate Bush. La cosa, un po’, mi stupisce: li scoprono su Tik tok o grazie alle colonne sonore delle serie tv tipo Stranger Things». Frizzante firma anche il giovedì allo Spank e il sabato al Madama Hostel, dove il pubblico è più adulto «ci sono 40enni che chiedono la musica indie come Coez». Le canzoni, invece, che piacciono a tutti, indipendentemente dall’età, sono: «Sarà perché ti amo» dei Ricchi e Poveri, «Maledetta primavera» di Loretta Goggi e i successi della Carrà «evergreen che ormai fanno parte del dna degli italiani». Frizzante ha anche una cliente di 85 anni «Che ha voluto organizzare una festa a casa per celebrare così, cantando, il suo compleanno». E poi sotto Natale immancabile la playlist a tema «All I want for Christmas is you di Mariah Carey la propongo già in agosto perché piace sempre tantissimo», scherza il dj. E poi «Last Christmas»
degli Wham e «So this is Christmas» cantata da John Lennon.
Musica e bombette pugliesi al nuovo Mannarino, la macelleria con cucina sul Naviglio Grande, che tutti i giovedì propone «La cena suonata» per mangiare e cantare sulle note di grandi classici della musica italiana e internazionale proposti dal vivo da giovani artisti. Come Matteo Ghione, che ha partecipato anche alle selezioni di «X Factor»: il cantante e chitarrista di origini brasiliane spazia da Battisti ai Negramaro a Gianluca Grignani coinvolgendo gli avventori. Anche qui grandi tavolate di amici che vogliono organizzare una cena allegra e spensierata.