Corriere della Sera (Milano)

Lettere, debiti e affari cinesi per la manager sparita Un giallo che dura da 10 anni

Biglietti aerei, alberghi e falsi documenti, il mistero di Maria Rita

- Di Andrea Galli

Vita, segreti e misteri di Maria Rita M., che quando nel dicembre 2012 sparì da Milano, luogo di residenza e lavoro, non fu neanche una storia minima. Della scomparsa s’era occupata sì la trasmissio­ne Chi l’ha visto?; ma da allora, sulla donna classe 1959, broker con ufficio principale a Chinatown che non era affatto il costoso quartiere di oggi, silenzio totale.

Il Corriere ha ripercorso le tappe dell’allontanam­ento e ha indagato sui successivi sviluppi investigat­ivi. Dieci anni. Da cosa o da chi fuggiva Maria Rita?

Dunque broker, ramo assicurati­vo, e dunque l’ufficio di Chinatown: era uno dei suoi tre uffici, gli altri sorgevano alla Bovisa e Città Studi; nel tempo sono stati chiusi. Maria Rita aveva debiti. Anche pesanti consideran­do come nella banca dati delle imprese la sua posizione risulti gravata dalla segnalazio­ne di potenziali rischi (al terzo livello su una scala che, da zero a 6, ha in quest’ultimo numero il massimo del pericolo). Stando alla denuncia del marito, presentata il 4 dicembre 2012 negli uffici della Questura, quel giorno la broker aveva annunciato che per ragioni di lavoro sarebbe andata in macchina a Empoli, tra le altre coca se storica sede della comunità cinese in Italia. Alle 22, Maria Rita aveva telefonato al marito sostenendo d’essere nella città toscana e di camminare in cerca di un ristorante. Fu l’ultima chiamata tra i due. Dall’indomani, più nessuna risposta al telefonino. L’uomo aveva allora chiamato un’amidella broker che ne aveva spostato la geografia: non Empoli ma Roma. Di preciso, una stanza di un affittacam­ere in via Napoleone III, non lontano dalla stazione Termini.

Il gestore della struttura aveva confermato di aver ospitato Maria Rita ma aveva aggiunto un dato strano: alla reception, si era presentata con il documento appartenen­te a un’altra donna, che poi si sarebbe scoperto essere una sua antica confidente; interrogat­a, questa donna ripetè di non avere idea di nulla; inoltre, sempre al marito, aveva rivelato un secondo dato strano: nel bagagliaio della macchina della broker erano depositate due voluminose valigie; in aggiunta — terza anomalia, e assai dirimente —, Maria Rita aveva nelle tasche del cappotto un biglietto aereo con destinazio­ne Taiwan. Se nel motore di ricerca su Internet si prova a digitare il nome e il cognome della broker aggiungend­o la parola «scomparsa», si viene subito indirizzat­i al social network Facebook ma nella versione coreana, non quella italiana. Forse una casualità che alimenta ancor più la suggestion­e asiatica — Chinatown a Milano, Empoli, Taiwan, appunto la Corea — unita a un particolar­e: a Roma, Maria Rita si sarebbe incontrata con una cittadina cinese. Sicché di nuovo la domanda: ma la broker da cosa o da chi fuggiva? Forse dai suoi stessi familiari, ad accreditar­e la versione resa dal marito che nel settembre 2015, cioè a quasi tre anni di distanza dalla sparizione, era tornato in Questura per integrare la denuncia di scomparsa. In data 21 settembre, Maria Rita aveva spedito al fratello, ma con destinatar­io il figlio, una lettera per spiegargli che era viva, stava bene e se n’era andata per, testuale, «la necessità di stare da sola». Tre giorni dopo, madre e figlio si erano sentiti al telefono e la donna aveva aggiunto di soffrire la lontananza. Nove giorni più tardi, il 30 settembre, il marito aveva ricevuto sul cellulare una telefonata anonima. Era la broker che aveva così motivato la decisione di scomparire: «Io non vi sopportavo più». La settimana seguente, il marito era allora entrato in una caserma dei carabinier­i posta in una frazione di Palermo per comunicare il ritiro della denuncia di scomparsa. Fine del giallo, fine dei misteri?

Ammesso che gli elementi forniti dall’amica relativi alla sosta romana, alle valigie nel bagagliaio e ai biglietti aerei per Taiwan fossero veritieri e non parte di una macchinazi­one, magari anche con la collaboraz­ione di qualcuno fra i medesimi parenti, per quale motivo Maria Rita era pronta a salire su un volo per l’Asia? A Taiwan, avevano concordato quei familiari e anche i conoscenti, non aveva nessuno né, men che meno si aveva notizia di suoi viaggi programmat­i. Uno degli uffici della broker a Milano era ancora operativo; Maria Rita aveva un’agenda di incontri fissati per le successive settimane: perché sparire di colpo senza un preavviso? Se, com’è ovvio sperare, Maria Rita è ancora viva, che cosa ha davvero fatto in questi dieci anni?

Le ultime parole ai familiari

La denuncia ritirata dal marito in seguito a una chiamata al figlio e uno scritto al fratello: «Dovevo stare sola, non vi sopportavo più»

L’enigma social Cercando il suo nome online spunta un profilo coreano di Facebook Il ruolo della confidente

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(foto Balti Touati) Lungo corso Venezia La sfilata organizzat­a ieri mattina a Milano dopo 13 anni dalle associazio­ni Libera e Avviso Pubblico in ricordo delle vittime innocenti della mafia

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