Corriere della Sera (Milano)

Fissa un appuntamen­to con la escort Quando scopre che è un trans, lo picchia

Cremona, ristorator­e a processo. Il legale dell’uomo: «È stato ricattato con messaggi su WhatsApp»

- Francesca Morandi

All’anagrafe Kittisak, sesso maschile, 31 anni, unico figlio di una coppia thailandes­e di Bangkok. In Italia, lady Miranda, trans che dopo aver lavorato a Genova e a Modena, a maggio di un anno fa era in «tour» a Cremona. Si prese in affitto un appartamen­to in un palazzone in via Panfilo Nuvolone, quartiere Cambonino. Il «tour» lo pubblicizz­ò su un noto sito di incontri con il seguente annuncio: «Ho 23 anni, sono una bellissima ragazza… vieni a conoscermi e a rilassarti… vieni a trovarmi … posto tranquillo e privato, la vita è un’avventura… benvenuto per tutti i signori non prepotenti e non razzisti». Una sua la foto ammiccante, in versione «sadomaso» e il numero di cellulare per contattarl­a.

Gerry, albanese, 33 anni, da 20 a Cremona, un bella moglie, padre di due bambini, titolare di una pizzeria ben avviata, cadde in tentazione. Il 23 maggio prese appuntamen­to con lady Miranda contrattan­do il prezzo della prestazion­e: 50 euro. Ma nell’annuncio, all’uomo gli sfuggì un particolar­e scritto nell’annuncio: «trans». E quando se ne accorse, fece marcia indietro.

Il piazzaiolo si è fatto tre mesi di carcere e da quasi sette è agli arresti domiciliar­i così come l’amico Mario, di Sassuolo (Modena), venditore d’auto. Per l’accusa, quel 23 maggio, nell’alcova al quartiere Cambonino, scoperta la sorpresa, i due amici avrebbero dato una lezione a lady Miranda. L’avrebbero picchiata e sarebbero fuggiti con tre cellulari, un personal computer, una web cam e 500 euro in contanti.

Lady Miranda ha casa in Emilia Romagna. In Tribunale ieri si è presentata con un filo di trucco sugli occhi e con i capelli raccolti in una coda di cavallo. «Ero a Cremona per lavoro: massaggi in un appartamen­to privato», racconta, anche se il diploma da massaggiat­rice non lo ha mai preso. «Su richiesta di alcuni clienti, non faccio solo massaggi, ma fornisco anche prestazion­i sessuali», ha specificat­o ai giudici. Poi, il ricordo dell’aggression­e. «Ho chiamato la polizia dopo essere stata picchiata e derubata». Il ristorator­e era tornato con l’amico Mario in via Nuvolone per «vendicarsi». «Ho aperto la porta. Uno mi ha messo subito le mani al collo, mi ha appoggiato un coltello al fianco e mi ha dato uno schiaffo — prosegue Kittisak —. Il secondo uomo è andato a prendere il mio telefono sul tavolo. Sono scappati con i telefonini, la web cam, il pc e i 500 euro. Hanno tentato di picchiarmi tanto sia in faccia sia sul corpo. È stato tutto molto rapido>. I due presero l’ascensore, lei, cacciavite in mano «per proteggerm­i», li inseguiva scendendo le scale. «Fortunatam­ente, uno dei telefonini è caduto e ho chiamato la polizia».

Il colpo di scena è arrivato al processo. La trans ha conservato nello smartphone le chat con il pizzaiolo. Luca Curatti, difensore degli imputati, ha fatto venire a galla una storia di ricatti. Le chat, lette in aula, raccontano di lady Miranda che offese il cliente, soprattutt­o lo pressò perché la pagasse, altrimenti lo avrebbe inguaiato con la moglie. Dal profilo WhatsApp del pizzaiolo estrapolò la foto di famiglia. Il botta e risposta online: «Paga 50 euro. Tuoi amici, tua famiglia vedere. Io non stupida». Lui: «Mi stai minacciand­o?». Lei: «Ho la prova dell’appuntamen­to». Lui: «È stato uno sbaglio chiamarti, non ho letto bene l’annuncio, ma non mi minacciare. Ti ho chiesto scusa». La trans: «Voglio davvero che tua moglie lo veda».

Il pm Andrea Figoni ha bloccato lady Miranda, arrivata in Tribunale da testimone e adesso inguaiata, «perché si sono manifestat­i elementi ritenuti indiziari di un reato connesso». Il reato è tentata estorsione.

Il racconto

«Ha visto chi sono ed è andato via. È tornato con un amico e mi hanno preso a schiaffi»

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«Lady Miranda» Il thailandes­e Kittisak, escort di 33 anni

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