Oftalmico, pochi specialisti Sale operatorie chiuse e ora i rinforzi dal Sacco
In servizio solo cinque oculisti sui 20 previsti. «Urgenze garantite»
«L’intervento di vitrectomia? Al momento non abbiamo un chirurgo che possa operarla all’occhio». A dare questa risposta a un paziente è stato, paradossalmente, uno degli ospedali milanesi specializzati in oculistica, l’Oftalmico. L’uomo a ottobre ha subito il distacco della retina e si è rivolto alla struttura considerata punto di riferimento del settore. Salvo trovarsi di fronte alla mancanza di specialisti che potessero occuparsi di lui. Ennesimo segnale della difficoltà che da mesi sta vivendo il polo di piazzale principessa Clotilde che fa parte dall’Asst Fatebenefratelli-Sacco.
L’ultima dottoressa in grado di eseguire interventi complessi si è dimessa il mese scorso, prima di lei lo hanno fatto molti altri colleghi. E così ai malati spesso tocca attendere a lungo oppure rivolgersi a un altro ospedale, magari fuori città, per essere curati. L’Oftalmico per lavorare a pieno regime avrebbe bisogno di 20/22 medici oculisti, al momento sono invece 5/6 quelli assunti e un paio di loro stanno per andarsene. All’appello manca almeno una quindicina di camici bianchi.
Gli effetti? Alcune sale operatorie restano chiuse. In particolare, nel mese di aprile l’ospedale ha vissuto momenti di forte sofferenza ed è riuscito a garantire l’attività di una sola sala. Dalla settimana prossima si tornerà a utilizzarne anche una seconda, ma non tutti i giorni. Dall’Oftalmico sottolineano che sono sempre state garantire le cure ai pazienti urgenti e le operazioni di cataratta.
A causa della mancanza di personale, anche l’attività ambulatoriale è stata ridotta. Tuttavia nei prossimi giorni è previsto un aumento dei volumi. Critica anche la situazione del pronto soccorso, aperto — almeno per ora — anche di notte. Se è vero che la stragrande maggioranza dei pazienti che affollano le due sale d’attesa non ha problemi gravi e viene classificata con codici «bianchi» o «verdi», succede che si contino anche 40 o 50 persone in coda, con un solo medico in turno. In queste condizioni, i pochi rimasti sono costantemente sotto pressione. Manca addirittura il primario. Al suo posto, Giovanni Staurenghi, alla guida dell’Oculistica dell’ospedale Sacco (che fa parte della stessa azienda) in qualità di facente funzioni.
Proprio l’aiuto dei medici di Vialba è una delle strade che la direzione sta percorrendo per tamponare l’emergenza. Grazie alla collaborazione dei colleghi si riesce a tenere aperta la sala operatoria e a coprire alcuni turni del pronto soccorso. Non solo. Al Sacco verrà avviato il cantiere per realizzare i lavori previsti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Di conseguenza, Staurenghi con la sua équipe dovrebbe momentaneamente trasferirsi all’Oftalmico.
Il 22 maggio scadrà il termine per la consegna dei documenti dei candidati al ruolo di primario: il concorso dovrebbe concludersi poi ad agosto. E giusto l’altro giorno è stato pubblicato un bando per sei posti in Oftalmologia e in Area chirurgica. Non è la prima volta però che si procede con bandi e avvisi pubblici, ma finora le risposte sono state scarse.
Ambulatori Ridotta l’attività, rimane critica anche la situazione del pronto soccorso