«Manifestazione di massa per un 25 aprile di tutti» Landini: scioperi e firme
Sala: auspico tanta gente coesa. La Cgil: mobilitazione e lotta
Sindaco Coprire il senso del 25 Aprile perché il tema è la contrapposizione o le polemiche sulla Brigata Ebraica sarebbe un autogol
C’è ancora tempo per definire i dettagli del prossimo 25 Aprile a Milano. Ma in queste ore Anpi, associazioni, sindacati e anche il sindaco Beppe Sala tratteggiano i contorni della giornata che, per Milano, è tra le più importanti dell’anno, insieme a Sant’Ambrogio.
Una certezza, e ieri l’ha ribadita il neo presidente dei partigiani milanesi Primo Minelli, è che sarà una Festa della Liberazione, nella Città Medaglia d’Oro della Resistenza, «di massa, pacifica e unitaria. Questa è la cosa su cui stiamo lavorando», con una «serie di incontri con i comitati e le comunità. I primi riscontri — ha assicurato — sono positivi, la riunione del comitato di mercoledì sera è stata positiva». Ma, ha concluso, «chiuderemo il cerchio la prossima settimana».
Il nodo attorno a cui ruota l’organizzazione del corteo è la partecipazione della Brigata Ebraica dopo le frizioni di questi mesi sull’uso del termine «genocidio» per definire il massacro a Gaza, e per le quali si è dimesso l’ex presidente Roberto Cenati. Una partecipazione che l’Anpi non ha mai messo in dubbio — «più grande sarà l’adesione e meno tensioni ci saranno», ha detto il presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo — e così il sindaco Beppe Sala: «Se dovessimo rischiare di coprire il senso del 25 Aprile perché il tema è la contrapposizione o le polemiche sulla Brigata Ebraica facciamo un autogol. Il 25 Aprile quest’anno è più importante che mai perché dobbiamo guardare avanti», oltre le guerre in corso.
E per la Festa della Liberazione «Il Manifesto» ha lanciato un appello per una partecipazione di massa a Milano che ricalchi quella del 1994, quando il quotidiano portò in città migliaia di persone per dimostrare che, nonostante l’elezione di Berlusconi (la prima), la sinistra era ancora viva e vegeta. «Trent’anni dopo la Liberazione del 1994 potremmo ripeterlo, potremmo fare anche meglio», si legge nell’editoriale. Perché «la minaccia neofascista era forte 30 anni fa, quando erano al governo per la prima volta Berlusconi e Fini, ed è fortissima oggi che il governo con Meloni è spostato ancora più a destra». Quindi l’appello: «A Milano quest’anno vogliamo che sfili una grande manifestazione, più grande del solito, capace di parlare a tutto il continente, così come il 25 Aprile italiano è stato nel 1945 l’annuncio della liberazione in Europa». A raccogliere l’invito, oltre a Pagliarulo — «confido che sia un grande momento in cui si ponga al centro la memoria, quel 25 Aprile 1945 e, attraverso la memoria, si arrivi al presente» — anche il sindaco: «Apprezzo l’appello del “Manifesto” fatto nel modo giusto. Non posso che dire a tutti i partecipanti che il successo della manifestazione è essere uniti». Sala auspica una giornata «con tanta gente in pace e coesa».
Per il segretario della Cgil Maurizio Landini il 25 Aprile si inserisce in un percorso di «mobilitazione e lotta» che il sindacato porterà avanti tra scioperi, raccolta firme per 4 quesiti referendari e manifestazioni. «Mai come adesso il 25 Aprile deve essere una giornata non solo di celebrazione ma di mobilitazione e di lotta, per affermare i valori fondamentali della nostra Costituzione» perché «bisogna affermare un diritto al lavoro che oggi non c’è, abbiamo una precarietà che mette in discussione il futuro». Per questo «abbiamo proclamato con la Uil uno sciopero nazionale l’11. Il 20, una grande manifestazione a Roma sulla difesa e il rafforzamento della sanità pubblica», ha concluso Landini.
Sindacalista Adesso bisogna affermare un diritto al lavoro che oggi non c’è, abbiamo una precarietà che mette in discussione il futuro