Corriere della Sera (Milano)

Ramadan in oratorio «Il don si assuma le sue responsabi­lità»

Renate, il sindaco replica: nessuna richiesta

- Di Rosella Redaelli

Èun fiume in piena Matteo Rigamonti, 41 anni, sindaco della Lega a Renate dal 2014, in carica per il secondo mandato. Alle 9 del mattino, nel suo ufficio, sta scrivendo una lettera a don Claudio Borghi, il parroco del suo paese, che ha concesso gli spazi dell’oratorio per la festa di fine Ramadan all’associazio­ne islamica La Pace. «Mi ha tirato in mezzo, ma io non c’entro nulla. Pretendo delle scuse. Lui è libero di dare gli spazi dell’oratorio a chi vuole, è un accordo tra privati, ma non metta di mezzo il Comune. Ha detto che abbiamo detto noi all’associazio­ne di rivolgersi in oratorio, ma “noi” chi?».

Nella ricostruzi­one fatta ieri al Corriere il responsabi­le dell’associazio­ne che riunisce centinaia di musulmani tra

Renate e Veduggio, Adam Tamati, sostiene di aver richiesto l’uso della palestra comunale e di aver ricevuto risposta negativa insieme al suggerimen­to di rivolgersi a don Claudio per utilizzare l’oratorio. «Non ci è pervenuta nessuna richiesta di utilizzo della palestra — replica il sindaco — e chi abita a Renate sa che le palestre in questo momento sono inagibili perché in manutenzio­ne. Io sto agli atti, non voglio cavalcare la polemica, se un suggerimen­to è arrivato da qualcuno alle macchinett­e del caffè in Comune io non posso saperlo e non ne rispondo». A don Claudio non le manda a dire: «Sappiamo che è di sinistra, ma anche io su alcuni temi non sono del tutto di destra, ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Però se vuole concedere i suoi spazi in nome della comunità religiosa abbia le spalle larghe per portare avanti le sue idee fino in fondo, non scarichi responsabi­lità sull’amministra­zione». Rigamonti replica anche al suo collega di partito, il capogruppo in Regione della Lega Alessandro Corbetta, che lunedì ha sollevato la polemica con una nota in cui giudica la scelta del parroco come «inopportun­a» : «L’oratorio è un centro legato alla parrocchia e quindi alla chiesa cattolica — ha scritto Corbetta —. Può e deve anche essere un luogo di dialogo, ma non certo di celebrazio­ne di riti legati ad altre religioni come il Ramadan. Sarebbe un po’ come celebrare la Pasqua in una moschea, che senso ha?».

«Sono leghista da prima di Corbetta, ho ancora la tessera della Lega Nord — attacca Rigamonti — ho le mie idee, ma io e Corbetta non siamo la stessa entità. Lui ha fatto polemica politica ed è giusto, ma io sono il sindaco di Renate e guardo gli atti, senza pregiudizi».

Applicare le leggi è il suo mantra, lo ha fatto anche in passato, inimicando­si la comunità musulmana, quando non ha concesso l’uso di un magazzino per l’attività dell’associazio­ne in via Roma. «La Pace si presenta come associazio­ne religiosa ed è convinta che tutto sia loro dovuto. Un locale gli era stato condonato e volevano la stessa cosa per la sala di fronte, ma non c’erano i requisiti. È un’associazio­ne con molti iscritti, buone disponibil­ità economiche, ma vedo una mancanza di organizzaz­ione. Tempo fa pretendeva­no, all’ultimo, l’utilizzo esclusivo del parcheggio pubblico per il Ramadan e di questo evento abbiamo saputo dai giornali. Queste cose si pianifican­o per tempo». Difficile che il sindaco partecipi anche solo per una saluto alla festa in programma il 5 aprile, una cena conviviale dopo il tramonto per condivider­e l’Iftar, il pasto serale dopo il digiuno. «Il 5 aprile non ci sarò e non so se andrà qualcuno in rappresent­anza dell’amministra­zione».

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Sul «Corriere» L’articolo uscito ieri in queste pagine sulle polemiche per la cena islamica all’oratorio di Renate
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Leghista Matteo Rigamonti sindaco di Renate dal 2014

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