Corriere della Sera (Milano)

Effetto Versilia alla Bicocca

In mille alle audizioni di «Sapore di mare» Per entrare nel cast, anche la prova costume

- Valeria Crippa

Operazione nostalgia, sognando un musical rosa a ritmo di twist. Sfila la carica dei mille candidati, diventati ottocento dopo una prima scrematura, in coda ieri oggi nel foyer del Teatro degli Arcimboldi per partecipar­e alle audizioni di «Sapore di mare, il musical», inedita versione teatrale del film del 1983 di Carlo Vanzina, adattata da Enrico Vanzina, Fausto Brizzi e Maurizio Colombi (regista di «Peter Pan», «Rapunzel», «Elvis») che dirigerà il musical sostenuto da Alveare Produzioni di Gianmario Longoni e Savà Produzioni Creative. Oltre alle consuete selezioni di danza, canto, recitazion­e, per entrare nel cast — ventidue interpreti, accompagna­ti dal vivo da una band — è d’obbligo anche la prova costume: il titolo è infatti ambientato nell’estate 1964 a Forte dei Marmi, in un piccolo mondo spensierat­o che ha come epicentro delle storie d’amore la leggendari­a Capannina, su una colonna sonora (rielaborat­a) in cui si specchia l’Italia solare del boom economico, da «Abbronzati­ssima» di Edoardo Vianello a «Una rotonda sul mare» di Fred Bongusto, da «Nessuno mi può giudicare» di Caterina Caselli a «Non son degno di te» di Gianni Morandi.

Nel musical (il cui è debutto in tour italiano è fissato all’inizio del 2025), il cast definitivo, formato da ragazzi delle generazion­i Y e Z, si calerà nei ruoli dei baby boomers della media borghesia nostrana del film. Una riscoperta dell’amore analogico, al netto dei social e del web? «Certo — dice il regista Colombi —. Non è vero che i ragazzi di oggi non cercano più l’amore romantico, perché distratti da siti d’incontri come Tinder o dal porno che infesta il web. Al contrario sono gli spettatori più sensibili agli anni ’60, cercano l’atmosfera leggera di quell’epoca e la semplicità nelle relazioni. Anche il titolo di “Sapore di Mare” riporta a “Grease” e alla spensierat­ezza di quelle estati passate a scherzare con gli amici senza bisogno d’altro. Era tutto più libero, anche i testi delle canzoni: “I Watussi, popolo di negri” di Lionello oggi sarebbero politicame­nte scorretti». Ribatte Longoni: «Ma non è solo un’operazione nostalgia, è piuttosto contempora­neità di generi. Viviamo in un’epoca in cui la musica italiana non è più divisa per generi e identità. “Sapore di mare” parla di occasioni perdute, ma soprattutt­o d’amore in tutte le sfumature di età diverse. Con un viaggio nel tempo che finisce negli anni ’80 e ci dà l’occasione di vedere come è cambiata la società. Dalla gioia di vivere del boom economico alla tristezza degli anni di piombo. Oggi c’è una paura del futuro che allora era impensabil­e». Per i due candidati Giulia Mattarucco e Fabio Moscarella, entrambi trentunenn­i, la sfida è diventare i nuovi Karina Huff (l’inglese Susan) e Jerry Calà (il milanese Luca). Lei: «All’audizione canto “Nessuno mi può giudicare” e il “Cielo in una stanza”, sembrano facili, invece sono complesse da interpreta­re. In quegli anni, si respirava benessere e serenità, non come adesso». Lui: «Del film amo le musiche, non mi piace la trap di oggi. Sto imparando l’accento milanese, sono pugliese d’origine».

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Il musical Due momenti delle selezioni per il cast del nuovo musical diretto da Maurizio Colombi che debutterà all’inizio del 2025

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