«Studio la mappa e andrò in strada per salutare i ragazzi»
«Qui non siamo mica a Roma che si fa festa per vent’anni di fila. Si celebra con moderazione, perché poi lunedì si va a tirare la lima e a pagare le fatture».
Enrico Bertolino, non ci crediamo. Neanche un coro, un brindisi, una clacsonata dopo la conquista della seconda stella?
«I festeggiamenti in grande stile si sono svolti al fischio finale del derby nelle catacombe, come le chiamiamo noi, di via Festa del Perdono. Noi della chat Inter-Nati ci siamo dati appuntamento per vedere la partita. Poi un giro in Duomo ce lo siamo fatti».
In ufficio
E oggi?
«Mi sono mosso tardi e sono sprovvisto di biglietto per lo stadio: studio con attenzione la mappa del tour del bus e vado a salutare i ragazzi».
Si aspetta a livello di sfottò repliche alle celebrazioni milaniste di due anni fa?
«Noi finora siamo stati fin troppo gentili. Ibra due anni fa ha mandato messaggi offensivi a Calha, lui che a parte scudetti non ha vinto nulla. Ma oggi sarà la festa di tutti: dei dipendenti, dei magazzinieri, del terzo portiere! Viva Raffaele Di Gennaro».
Siccome siamo a Milano, si celebra con moderazione: poi lunedì si torna tutti a tirar la lima
L’artefice dell’impresa?
«Marotta e Ausilio sono campioni di nozze con i fichi secchi: riconoscono il valore di un giocatore e la sua indole umana. L’aver mantenuto i rapporti con Thuram dopo il grave infortunio del 2021 ha consentito di vincere la concorrenza del Milan».
I suoi Oscar della stagione?
«Dimarco per l’interismo, Calha per l’abnegazione, Mkhitaryan per la longevità: avrà preso una pillola ecuadoregna miracolosa».