Corriere della Sera (Milano)

Una famiglia a 1.689 metri La dura vita dei rifugisti tra le montagne e il cinema

I Sassella e l’Alpe Granda. Il figlio 15enne ha un passato da attore

- Di Barbara Gerosa

L’ultimo tratto è a piedi. In mezzo ai boschi ancora imbiancati in questa primavera anomala. Si sale da Buglio in Monte, nel cuore della Val Masino. Giosuè, il figlio più grande, vent’anni e gli occhi chiari, pronto a raggiunger­e con la jeep i clienti che non se la sentono di affrontare la salita. Ad accoglierl­i c’è Cristiano, 15 anni. In tanti lo riconoscon­o, i capelli scarmiglia­ti, la giacca a quadretton­i, lo stesso sorriso furbo di Bruno, il personaggi­o del film «Le otto montagne», tratto dal libro di Paolo Cognetti. Sono trascorsi tre anni da quando l’adolescent­e che fa gli onori di casa al rifugio Alpe Granda, 1689 metri di quota, sopra Ardenno, in Valtellina, ha vestito i panni di Bruno da bambino, il compagno di Pietro, i due protagonis­ti del racconto che parla di montagna e amicizia.

Lo ritroviamo tra le vette di casa, dove gli autori lo hanno scelto dopo aver visionato oltre 2.500 provini, e dove da gennaio concilia gli impegni scolastici con l’aiuto ai genitori e ai tre fratelli, che all’inizio di quest’anno hanno rilevato la grande baita in legno incornicia­ta a nord dai pizzi Cengalo e Badile, alle spalle del Monte Disgrazia. Matteo, 18 anni, lava i piatti, Gabriele, il più piccolo, dieci anni, aiuta in cucina. Mamma Sonia e papà Alex non si fermano un istante: ci sono le stanze da preparare (25 posti letto), i pranzi da servire, gli animali da accudire. I genitori e i quattro figli. L’Alpe Granda da alcuni mesi è stata presa in gestione dalla famiglia Sassella.

A lanciare l’idea sono stati proprio Matteo e Cristiano: il 15cenne dopo aver sfilato in smoking sulla passerella di Cannes, da grande vuole fare il boscaiolo, anche se, capitasse l’occasione, sarebbe pronto a tornare davanti alla macchina da presa. «Basta non studiare — sorride Sonia —. La scuola non fa proprio per lui, ma sul set è stato bravissimo, rimanere concentrat­o per tante ore non è semplice». «Abbiamo un’azienda agricola a Talamona, con mucche e capre — racconta Alex Sassella —, ma durante il periodo della pandemia siamo stati costretti a chiudere l’agriturism­o e non siamo più riusciti a riaprire. A lungo abbiamo anche gestito un alpeggio a Pedroria, di proprietà del Fai. È stato lì che la produzione del film ha notato Cristiano, avevano bisogno di un ragazzino che sapesse mungere e assomiglia­sse ad Alessandro Borghi, l’attore che nel film interpreta Bruno da grande. Comunque l’agriturism­o non è ripartito e un giorno un amico ci porta fin quassù, all’Alpe Granda, e ci dice: sareste dei rifugisti prefetti.

Ed eccoci qui, tutta la famiglia». «Il lavoro non manca — prosegue Sonia —. Se nevica dobbiamo spalare per pulire la strada, bisogna saper far tutto: elettricis­ta, idraulico, falegname, cuoco, il lavoro di rifugista implica un impegno a 360 gradi. Ma abbiamo quattro figli maschi che amano la montagna, uno studia da casaro, e gli stessi amici dei miei ragazzi ci danno una mano. Domenica mio padre è venuto a salutarci e abbiamo messo anche lui a sparecchia­re i tavoli: abbiamo 50 coperti». Ride divertita Sonia mentre progetta i prossimi passi. «Da maggio il rifugio sarà aperto tutti i giorni e poi vorremmo iniziare una collaboraz­ione con l’alpeggio qui accanto per avere le mucche da latte e offrire prodotti a chilometro zero». Giosuè ha accompagna­to gli ultimi clienti, la discoteca non gli manca, gli amici vengono a trovarlo.«Però mi piacerebbe continuare a recitare e diventare come il mio idolo Terence Hill».

L’impegno Il lavoro non manca Bisogna saper far tutto: elettricis­ta, idraulico, cuoco. Il lavoro di rifugista implica un impegno a 360 gradi Da maggio saremo aperti tutti i giorni e vorremmo iniziare una collaboraz­io ne con l’alpeggio accanto per offrire prodotti a chilometro zero

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La famiglia Sassella in posa davanti al rifugio Alpe Granda sopra Ardenno, in Valtellina
Val Masino La famiglia Sassella in posa davanti al rifugio Alpe Granda sopra Ardenno, in Valtellina

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