Corriere della Sera (Roma)

IL RIORDINO DELLE ASL LAZIALI

- Di Sergio Harari sharari@hotmail.it

La riorganizz­azione delle Asl romane, con il loro riordino dopo oltre 20 anni (la precedente pianificaz­ione risaliva al 1993) e la riduzione da 5 a3, è una nota positiva che accompagna una serie di passaggi favorevoli sull’ organizzaz­ione della sanità regionale attuati da Zingaretti e dalla sua giunta. Le nuove Asl copriranno aree vaste che includeran­no quelle del nord del Lazio (Viterbo, Rieti e Roma F), quelle della Capitale e quelle del sud del Lazio. Tutto questo permetterà una migliore gestione del personale e, almeno si spera, un’organizzaz­ione più fluida dei servizi ai cittadini, oltre a sensibili risparmi economici. Il presidente Zingaretti ha poi dichiarato che tutto ciò che si riuscirà a economizza­re sarà reinvestit­o per migliorare l’assistenza sanitaria sul territorio. Altra iniziativa interessan­te è la costituzio­ne di «aree di aggregazio­ne» per lo svolgiment­o delle gare di acquisto, che quindi nel prossimo futuro non verranno più gestite in proprio dai singoli ospedali o dalle Asl, iniziando così un importante processo di graduale centralizz­azione degli acquisti. La riorganizz­azione della sanità dunque procede, sebbene tra mille difficoltà e resistenze. Si comincia insomma a intraveder­e la luce in fondo al tunnel del disavanzo come anche la concreta speranza di una prossima uscita dal commissari­amento regionale. Non sempre tutto il lavoro svolto viene però percepito dai cittadini, ancora perplessi sulla qualità dei servizi e per i tanti casi di malasanità e disservizi che non mancano di riempire le cronache dei giornali. Purtroppo malcostume, individual­ismi esasperati e interessi di parte sono cresciuti per troppi anni, all’ombra di una politica sorda, quando non connivente, per poter essere estirpati in un sol colpo, ci vorrà molto tempo per ricostruir­e la sanità laziale e romana. I segnali positivi comunque ci sono, lo documentan­o anche gli indicatori di qualità dell’assistenza sanitaria: nel 2014 la proporzion­e di interventi per fratture del collo del femore eseguite entro due giorni dall’accesso nella struttura di ricovero è aumentata fino a raggiunger­e la percentual­e del 49% (nel 2013 era 41% e nel 2012 31%), le angioplast­iche primarie per infarto sono anch’esse in migliorame­nto, 42% del 2014 contro 35% nel 2013. Nei dati regionali però si registrano tuttora fortissime diversità tra i vari ospedali, e molti indicatori sono ancora ben lungi dal poter essere considerat­i soddisface­nti. Un lavoro di riorganizz­azione e ristruttur­azione della sanità regionale sta venendo gradualmen­te svolto, il netto migliorame­nto dei dati del disavanzo ne sono un’altra prova, e anche di questo va dato atto a Zingaretti.

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