Fiumicino torna crocevia dell’eroina
Oltre 50 chili di droga sequestrati dalla Finanza a settembre: arrestati 11 trafficanti
Gli ultimi e consistenti sequestri di droga all’aeroporto di Fiumicino rilanciano un allarme mai sopito: l’incremento del consumo di eroina, che fa da contraltare alla diminuzione della domanda di cocaina. Insieme alle droghe più o meno recenti, shaboo o yaba (derivato della metanfetamina, pasticche anche queste «tagliate» dall’eroina), la «storica» sostanza stupefacente resta quella più ricercata dalle piazze e dalle feste-rave nostrane.
Lo confermano anche i dati della Guardia di Finanza, che monitora il «portale» internazionale attraverso cui il narcotraffico cerca di arrivare ai mercati italiani, ovvero lo scalo Leonardo Da Vinci. Il bilancio del solo mese di settembre è caratterizzato da grandi numeri: cinquanta chili di eroina sequestrati e numerosi corrieri e pusher arrestati. Un totale di sei milioni di euro, che i trafficanti avrebbero guadagnato dalla vendita dello stupefacente.
Ci sono i corrieri «ovulatori» (stranieri che ingoiano gli ovuli pieni, appunto, di sostanze per passare indenni ai metal detector), poi i metodi per celare la droga, nascosta nelle arance, intrisa nei vestiti, persino nella lingerie. Il repertorio degli espedienti adottati per tentare di superare la rete dei controlli aeroportuali è da anni caratterizzato da guizzi di fantasia e strategie sempre più astute. Ma, altrettanto evoluti e attenti, restano i monitoraggi delle forgli ze dell’ordine. Solo negli ultimi trenta giorni, appunto, i militari del comando provinciale di Roma hanno intercettato allo scalo della Capitale un totale di quasi 50 chili di eroina, arrestando 11 tra corrieri e destinatari finali della droga. Diversi stratagemmi inventati: dagli oltre dieci chili di eroina trovati nel doppiofondo ricavato nel bagaglio di un cittadino afghano, proveniente dal Pakistan, all’ingerimento di 60 ovuli, per un peso complessivo di oltre un chilo, da parte di un passeggero nigeriano in arrivo da Lagos (una delle tratte più sfruttate dal narcotraffico), scoperto e così salvato da possibili incidenti letali, solo grazie al controllo ai raggi X. Grazie all’elevata purezza delle varie partite sequestrate, le organizzazioni criminali avrebbero immesso sul mercato oltre due milioni di dosi, con potenziali guadagni stimati in circa sei milioni di euro.