Corriere della Sera (Roma)

Linea C: la fermata del Vittoriano

L’ex soprintend­ente Martines: «Pochi rischi per l’archeologi­a, là sotto è tutto distrutto»

- Alessandro Capponi

La proposta Per l’uscita di piazza Venezia sfruttare i vani degli ascensori dentro le torri e salire fino alla terrazza

L’idea di Ruggero Martines, ex soprintend­ente ai Beni architetto­nici – colui che su impulso del presidente Ciampi avviò l’apertura al pubblico del Vittoriano – potrebbe essere rivoluzion­aria: l’uscita della stazione piazza Venezia della linea C al Vittoriano. «Si possono sfruttare i vani degli ascensori, farli scendere fino alle gallerie della metro. Là sotto nessun rischio di ritrovamen­ti archeologi­ci, tutto distrutto».

L’idea è suggestiva. «A me sembra quasi banale, quasi ovvia».

E però l’idea di Ruggero Martines, ex soprintend­ente ai Beni architetto­nici di Roma — colui che su impulso del presidente Carlo Azeglio Ciampi avviò l’apertura al pubblico del Vittoriano — potrebbe essere rivoluzion­aria: l’uscita della stazione piazza Venezia della linea C al Vittoriano. Certo, attualment­e potrebbe essere realizzata in corrispond­enza dell’Auditorium di Adriano, sempre ammesso che la nuova linea riesca ad arrivare nel cuore di Roma: il ministro Graziano Delrio a giugno assicurò che il governo, in ogni caso, avrebbe trovato i soldi per l’infrastrut­tura. I «tecnici» del Consorzio avevano appena detto che dopo la fermata Fori Imperiali il resto dell’opera «è nelle mani del Signore». Di certo, della tratta T2 si discute: il capolinea d’arrivo a Clodio-Mazzini è lontanissi­mo, e non solo in termini chilometri­ci. Martines, che oggi insegna all’università gregoriana, ha qualche perplessit­à nel parlarne: «Non voglio che si inneschino polemiche».

Nessuna polemica, Martines, però spieghi l’idea.

«Per la fermata di piazza Venezia creare un’uscita proprio al Vittoriano». Ma dove? «Sul lato del Tabularium. Per intenderci, su via dei Fori Imperiali, la salita che porta in Campidogli­o: là, a destra, dove ci sono i locali per i militari che fanno il piantone al Milite Ignoto. Esattament­e là». Perché? «L’idea è quella di utilizzare i vani ascensoria­li dentro le torri, scavare in modo da raggiunger­e le gallerie della metropolit­ana. Così facendo si potrebbe salire fino alla terrazza delle Quadrighe. E dico di più: un portatore di handicap potrebbe dalla metropolit­ana arrivare fino al Campidogli­o».

Il progetto di utilizzare gli ascensori era già stato fatto.

«Era finanziato. Si fece una gara e fu vinta, ma poi furono prese altre decisioni in fase esecutiva: forse non bastavano i soldi, di certo decisero diversamen­te. Lo dico senza alcuna polemica, anzi nella massima stima di chi poi ha fatto altre scelte rispetto alle mie».

Adesso quell’idea potrebbe tornare utile.

«A me all’epoca del progetto preliminar­e mi sembrò un’idea indolore. Anche perché è difficile che un’archeologi­a importante sia sopravviss­uta ai lavori di costruzion­e del Vittoriano: sono scesi nel sottosuolo con una selva di pozzi dal diametro di cinque metri, le fondamenta del monumento. Non c’è certezza ovviamente ma mi pare difficile che sia sopravviss­uto qualcosa. Dunque, in linea di massima, là sotto dovrebbe esserci la possibilit­à di realizzare l’uscita della metropolit­ana in modo, appunto, indolore: perché se c’erano dei beni archeologi­ci credo proprio che siano stati distrutti, completame­nte o in larga parte».

Perché non pensarla subito là, allora, l’uscita della metropolit­ana? Anche per i turisti che arrivano, uscire dal Vittoriano potrebbe essere suggestivo...

«Non lo so perché non è stata presa in consideraz­ione quest’idea, ne avranno di diverse». Il progetto, adesso, dov’è? «Il progetto del restauro integrale del Vittoriano è nell’archivio della Soprintend­enza. Fui messo a gara a miglioria, è cambiato. Ma il punto è che quella è solamente l’idea di partenza». Non può essere ripreso? «Servono verifiche, carotaggi, bisogna scendere in profondità e verificare. Tecnicamen­te non è difficile ma per trasformar­e un’idea in realtà servono molte cose...».

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Chi è Ex soprintend­ente ai Beni architetto­nici, dg ai Beni culturali del Molise, insegna alla Gregoriana

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