Corriere della Sera (Roma)

I NUOVI INIZI, ULTIMA CHIAMATA

- Di Goffredo Buccini

Èl’ultima chiamata. E la parola chiave sarà «monitoragg­io». Non ce ne vogliano, ma il nostro primo commento, alla romana, potrebbe essere: «de che?». Cosa diavolo c’è (ancora) da monitorare nello scandaloso disservizi­o di cui soffre ormai cronicamen­te la Capitale inondata di rifiuti? Leggiamo il punto 8 della delibera comunale che ha affidato (ancora) all’Ama lo spazzament­o (si fa per dire) delle nostre strade, ove si prevede la revoca del contratto o lo scorporo del servizio «nell’eventualit­à che dall’esito dei monitoragg­i emergano reiterati risultati particolar­mente negativi». E ci viene da sorridere. Altro che «eventualit­à». Dall’Eur alla Cassia, dalla Tiburtina all’Appia, dai Parioli alle periferie dimenticat­e, alzi la mano chi vede al lavoro uno spazzino (chiediamo venia, un operatore ecologico) più d’una volta al mese. L’Ama da un bel pezzo ha divorziato da noi romani. E tuttavia noi amiamo i nuovi inizi, le riconcilia­zioni, le seconde (terze, quarte...) chance. E vogliamo credere che questo, sbandierat­o da un uomo serio come il vicesindac­o Marco Causi, sia davvero un tentativo di riavviare il discorso pubblico sul decoro urbano: anche perché si lascia aperta la via all’esternaliz­zazione, brutta parola per dire che se (quando) tutto andasse male, le scope potrebbero impugnarle lavoratori (ahiloro) meno protetti per via sindacale ma (di certo) più motivati. C’è poi una seconda ragione di speranza. Ed è che le ramazze aziendali stanno nel frattempo colpendo i sessanta dipendenti assunti per chiamata diretta durante la poco commendevo­le gestione di Franco Panzironi (condannato a 5 anni e 3 mesi e arrestato frattanto per Mafia Capitale) e la non indimentic­abile stagione di Gianni Alemanno sindaco (indagato per Mafia Capitale). Tra i miracolati di quella Parentopol­i (altra brutta parola per una sostanza anche peggiore) si segnalavan­o generi e rampolli di una destra entrata in Campidogli­o salutando romanament­e. Ora, per paradosso, la sinistra, incarnata da un altro sindaco assai poco amato dai romani come Ignazio Marino, ha un’occasione storica: tener duro sui licenziame­nti, sostenendo politicame­nte il consiglio d’amministra­zione Ama che li ha votati e il presidente Fortini che li ha proposti. A dispetto delle possibili cause di lavoro, dei cento tecnicismi con cui si tenterà di annacquare un messaggio giusto. Il primo, nel mare di promesse non mantenute con cui Marino s’è alienato consensi e simpatie. Varrà la pena, questo sì, di monitorarl­o.

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