Tornano le sezioni ma è polemica sugli accorpamenti
Tornano le «sezioni» – di circoli ne rimarranno quindici, uno per municipio, e ognuno sarà collegato, sul territorio, sulle sezioni, appunto, termine caro alla sinistra – e però c’è pure il «burraco democratico», la «pizza democratica», una cosidetta «liberalizzazione delle forme di adesione al partito», circoli tematici, aziendali, digitali. La «fase due» del Pd parte ad «Agricoltura nuova»: «Un’iniezione di renzismo in un partito che ne è allergico», spiega uno degli intervenuti. Una giornata con interventi (Andrea Romano, Elisa Simoni, ma anche Gianni Riotta) e discussioni. In realtà, sulle decisioni prese, la platea si divide. Da una parte gli orfiniani (Giovani democratici) e i renziani (Luciano Nobili, che ormai in qualche modo affianca lo stesso Orfini nel lavoro su Roma) che parlano di «fase due» di «rilancio del partito» di «un nuovo laboratorio»; dall’altra quelli che parlano di «accorpamenti folli tra circoli buoni appiccicati a quelli meno buoni, che senso ha?», che dicono «perderemo iscritti», e che «è pronta la resistenza». Di certo nel nuovo modello partito pensato da Orfini (che ha attaccato le precedenti gestioni del partito, prima di Lionello Cosentino) e Nobili la «sperimentazione durerà sei mesi, poi valuteremo e parleremo con il nazionale». Ma saranno sei mesi comunque non semplici: in molti, dai circoli, protestano per gli accorpamenti. Per fare un esempio: il parlamentare Marco Miccoli ha scritto su Facebook «giù le mani da Donna Olimpia». Ecco, gli accorpamenti: Donna Olimpia con Monteverde Nuovo e Vecchio, Corviale-Muratella, Giubbonari-Tor Di Nona, Monti-Esquilino, San Saba-Testaccio, Trionfale-Mazzini, Tor De schiavi Villa Gordiani. Solo degli esempi, che però già fanno discutere...