Corriere della Sera (Roma)

Lucia Ottobrini, l’ultima ragazza dei Gap romani

- Paolo Brogi

Per vestito da sposa, il 16 agosto del 1945, Lucia Ottobrini usò i resti di un paracadute che il marito Mario Fiorentini aveva occultato durante la resistenza. Andarono a recuperarl­o in un anfratto montuoso, lo portarono a una sarta, ne uscì il vestito per dire sì in Campidogli­o. E quando invece si unì in matrimonio l’altra celebre coppia dei Gap romani, Sasà Bentivegna e Carla Capponi, lei arrivò in chiesa e si tolse le scarpe per darle all’amica Capponi che ne aveva bisogno. Se ne è andata l’ultima delle quattro ragazze dei Gap romani, quelli di via Rasella e di tante altre azioni nei bui mesi dell’occupazion­e nazista di Roma, e domani alle 11,30 sarà ricordata a Sant’Andrea delle Fratte. Resta nei libri dei suoi compagni l’eco dei suoi tacchetti decisi e precisi con cui allora appena diciottenn­e Lucia Ottobrini si muoveva per le strade del coprifuoco, affrontand­o i tedeschi e i fascisti prima a Roma, poi sui monti tiburtini. Era spavalda e parlava perfettame­nte il tedesco oltre al francese. Veniva dall’Alsazia, anche se era nata di passaggio a Roma, perché i suoi dal Molise si erano spostati a Mulhouse. Per campare vendevano tutti fusaglie. Poco dopo l’inizio della guerra gli Ottobrini erano rientrati a Roma, il padre era partito militare per la Russia, la madre se la cavava lavorando per i tedeschi che in cuor suo ammirava. Lucia invece no. In pochi mesi al fianco di Mario Fiorentini che aveva conosciuto a un concerto era diventata l’ossessione del colonnello Kappler. È così che Lucia prese parte all’azione di guerra in via Rasella. È morta mentre in via dei Giubbonari nella sezione del Pd veniva consegnata a Mario la sua tessera dei settant’anni di militanza.

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