Corriere della Sera (Roma)

Fortini: città sporca? Colpa dei romani

Il presidente dell’Ama: senza l’aiuto di tutti non riusciremo a tenerla pulita

- Al. Cap.

«La penso come la maggioranz­a dei romani e cioè che se la città è sporca è perché qualcuno la sporca». Per essere ancora più esplicito il presidente di Ama, Daniele Fortini, ai microfoni di una radio, aggiunge: «Lo vedo anch’io che Roma non è pulita come dovrebbe essere». E cita un sondaggio: «Il 55 per cento dei cittadini, intervista­to sul tema, dice “la colpa è dei romani” e non “la colpa è dell’azienda e dei suoi dipendenti”. Io la penso come la maggioranz­a dei romani». Quindi, se la città è sporca la colpa (principale) è dei romani.

Naturalmen­te, il ragionamen­to di Fortini è più complesso della frase a effetto che finisce in tutti i titoli delle agenzie: nel discorso del presidente di Ama, infatti, non mancano le ammissioni delle responsabi­lità dell’azienda municipali­zzata. Ad esempio: «La prima regola del mantenere la pulizia — spiega Fortini — è non sporcare. Dobbiamo fare appello a un migliorame­nto di efficienza dell’Ama, a una maggiore produttivi­tà dei nostri lavoratori, e a ristabilir­e regole di legalità, ma poi se tutto questo non si accompagna a una coscienza civica rinnovata da parte dei cittadini non ce la faremo mai». E ancora: «I romani sono innamorati­ssimi della loro città» ma «c’è molta indiscipli­na perché usano i beni pubblici, i luoghi comuni, quelli di socialità e di relazione, come se non appartenes­sero loro. Il servizio talvolta può essere irregolare, qualche

Presidente volta lento, ma c’è. Con la collaboraz­ione di tutti cominceran­no a sparire i sacchi dalle strade, quindi i gabbiani, i topi, e la città sarà certamente più pulita».

Fortini torna anche sull’iniziativa dell’attore Alessandro Gassman che ha invitato i cittadini a pulire la strada sotto casa: «A lui va un applauso perché ha avuto il coraggio di dire “è anche responsabi­lità mia”. Certo questo sforzo non è sostituivo perché la gente paga le tasse e ha diritto al servizio ma insieme ce la possiamo fare».

In questi giorni si parla molto della decisione dell’azienda di licenziare gli assunti di Parentopol­i, amici (o parenti) di politici e sindacalis­ti catapultat­i in Ama durante l’amministra­zione di centrodest­ra: «Il mio stipendio lordo l’anno — dice Fortini — è di 79 mila euro. E tra questi lavoratori ce ne sono alcuni assunti a chiamata diretta e in modo illegale che percepivan­o 96 mila euro l’anno». Certo il numero uno di Ama chiarisce che «non tutti» erano amici di politici «però un nutrito gruppo sì, purtroppo». Sui possibili ricorsi contro la decisione dell’azienda, Fortini sembra ottimista: «I sindacati sono stati al nostro fianco nel denunciare il malcostume all’interno di Ama. Quindi auspico che non ci sia uno schieramen­to politicizz­ato. Sarà il giudice del lavoro a dire se abbiamo ragione o meno, e io penso che abbiamo ragione».

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