Da Shakespeare a Carmelo Bene il folle volo continua
Il Teatro Argot l’anno scorso ha festeggiato i trent’anni con una stagione intitolata «Il folle volo», per sottolineare la volontà di raccogliere le esperienze che per tre decenni hanno animato la piccola sala, fondata da Maurizio Panici e diventata la casa trasteverina del teatro contemporaneo, e spiccare metaforicamente il volo verso un nuovo percorso artistico sotto la direzione di Francesco Frangipane e Tiziano Panici. Al centro sempre la nuova drammaturgia e l’indagine sulle sue sfumature, che confluiscono nella stagione 2015-2016 «Il folle volo continua» presentata ieri e in programma dal 6 ottobre.
«Questo spazio nel suo continuo mutare ha attraversato tre generazioni e oggi approda a un ulteriore cambiamento - dichiarano i direttori ossia un cartellone “fuori misura” con dieci titoli di lunga tenitura, quasi tutti inediti, di cui quattro targati Argot. Segno di una scelta precisa: essere luogo di produzione oltre che di sperimentazione». Poi le rassegne «La Scena Sensibile», vetrina del teatro al femminile curata da Serena Grandicelli, e «Dominio Pubblico Officine» dedicata agli autori e artisti sotto i 25 anni. «In dieci mesi ospiteremo più di 50 compagnie, festeggeremo i 400 anni dalla scomparsa di Shakespeare con il festival internazionale Shakespeare Re-Loaded e sei riscritture dei classici del Bardo - annunciano i direttori artistici - tutto con una forte attenzione all’innovazione del teatro».
Si parte martedì con la prima di «Effimera» di Stefano Benni, si prosegue con «Nove» (foto), testo mai rappresentato di Edoardo Erba con la regia di Mauro Avogadro, e «Albania casa mia» di Aleksandros Memetaj diretto da Giampiero Rappa, che firma anche «Nessun luogo è lontano». Due i progetti di Giovanna Mori, «Mi lascio» e «Prego», mentre Filippo Gili presenta «Angeli» e Stefania De Sanctis omaggia Carmelo Bene in «Amleto-qualis artifez pereo!». Infine «Sistema Checov» di Uffici Teatrali e Elena Arvigo con «Donna non rieducabile» di Stefano Massini, ispirato ai reportage di Anna Politkovskaja.