Fassbinder, un regista «noir» sulla scalinata di piazza di Spagna

«Martha» (foto, ’74) di Rainer Werner Fassbinder si apre in una Roma fosca, appannata dall’alone di un sospetto incestuoso. Il padre di una virginea zitella, l’attrice Margit Carstensen, muore d’infarto sulla scalinata di piazza di Spagna: «Tu hai sempre voluto toccarmi», ricorda alla figlia, «ora lasciami andare». Subito dopo lei sposa l’uomo dei sogni: il biondo e bello Karlheinz Böhm. Il matrimonio si rivela un inferno sadomasochistico, un abisso di terrore sulle note della follia dalla «Lucia di Lammermoor». Fassbinder l’aveva già usata, insieme alle canzoni di Leonard Cohen, in «Attenzione alla puttana santa» (’71): il film che, in versione integrale, chiuderà alla Camera Verde (via Miani 20, giovedì dalle 16.30) la giornata dedicata al regista a settant’anni dalla nascita. Girato a Sorrento, in sedici millimetri, il film anticipa di due anni «Effetto notte» di Truffaut: il cinema parla di se stesso, la «puttana santa» è la cinepresa. Il progetto di un film sul potere, «Patria y muerte», è intralciato da amori, gelosie e tradimenti della troupe ospite di un albergo claustrofobico. Morto a Monaco a 37 anni, Fassbinder ha raccontato Weimar e il nazismo, la guerra e la ricostruzione, gli emarginati delle metropoli, l’asservimento del proletariato e l’angoscia della borghesia. Si vedranno i primi film in bianco e nero, mutuati sui «gangster movie» hollywoodiani anni ‘40. Ne «L’amore è più freddo della morte» (’69) e nel sequel «Gli dèi della peste» (’70) interpreta il magnaccia ucciso dalla polizia. Nel cast de «Il soldato americano» (’70), su un reduce dal Vietnam assoldato come killer in Germania, brilla la regista Margarethe von Trotta. Sarà proiettato il corto d’esordio, «Il piccolo caos» (’66), dove il ventenne Fassbinder è uno dei ragazzi che rubano di casa in casa e al quale affida la battuta più amara: «In fondo vorrei solo vedere un thriller a lieto fine».