«Per gli artigiani facciamo come a Parigi»
L’intervento del presidente della Camera di commercio: appello ai candidati sindaco
Dopo Mafia Capitale, la Città Eterna deve confrontarsi con un altro scandalo, quello della mala gestione locativa degli immobili di proprietà del Comune, recentemente emerso con la capillare attività di verifica portata avanti dal Commissario Tronca.
Questo fenomeno di enorme vastità – si parla di oltre 40mila immobili – si traduce per i romani in un ingente danno economico, con una perdita stimata per le casse comunali – e quindi per i cittadini – di oltre 100 milioni di euro che avrebbero potuto essere usati per abbassare la pressione fiscale o investiti in servizi di migliore qualità.
All’attività di verifica dovrà ora, inevitabilmente, fare seguito un cambio di passo nella gestione di questo importante patrimonio. Al futuro Sindaco propongo uno spunto proveniente da un’altra grande Capitale europea: Parigi. Una città che presenta molte analogie con Roma, come la straordinaria ricchezza del patrimonio artistico e culturale; un ricco tessuto di artigiani e piccoli commercianti; e, nello specifico, la rilevante estensione del centro storico.
Negli anni 2000 la città ha deciso di reagire alla progressiva desertificazione delle attività artigiane e del commercio di prossimità derivante dall’incremento dei centri commerciali e dalla speculazione edilizia. È nato così il progetto di rigenerazione urbana «Vital’ Quartier», che ha coinvolto, in una prima fase ( 2004- 2015), 5 quartieri, per espandersi a ulteriori 5 nella seconda fase tuttora in atto (20082021). Lorenzo Tagliavanti
La Ville de Paris tramite la Semaest, impresa pubblica locale d’interesse generale, acquista le mura dei locali commerciali e li ristruttura per installarvi commerci di prossimità e attività artigiane. L’operazione non ha impatti sulle casse comunali in quanto le somme anticipate dalla Ville de Paris (finora 93 milioni di euro) sono rimborsate dalla successiva rivendita dei locali sui quali viene inserito un vincolo di destinazione d’uso e un diritto di prelazione riservato agli esercenti presenti. Il bilancio dell’operazione a fine 2015 è di 371 locali gestiti, per una superficie di 33.000 m², e di 1.500 nuovi posti di lavoro.
Il vastissimo patrimonio immobiliare pubblico su cui Roma può già contare potrebbe essere opportunamente valorizzato proprio con una operazione di questo tipo. Il recupero delle tipicità commerciali e artigiane che un tempo non lontano erano prerogative del nostro centro storico – come testimoniano oltre 100 strade che prendono il nome dagli antichi mestieri artigiani – dischiuderebbe nuove opportunità, soprattutto ai giovani, e favorirebbe anche il ripristino di quella percezione di sicurezza urbana che in questi ultimi anni è venuta meno. Passa anche da qui l’obiettivo di una città più vivibile per i romani e più attrattiva per i milioni di turisti che ogni anno visitano la Città Eterna, fruitori di un’Expo permanente del made in Italy a cielo aperto.
Presidente Camera di Commercio