Corriere della Sera (Roma)

Il medico premiato dalla regina Elisabetta

Onoreficen­za al dottor Pierro, tornato a Roma dopo 25 anni nell’ospedale di Toronto

- di Margherita De Bac

Agostino Pierro, capo del centro di chirurgia pediatrica al Children Hospital di Toronto, da 25 anni all’estero, ha ricevuto una lettera firmata dalla Regina Elisabetta. La pergamena lo informava di essere stato scelto come membro 2016 dell’Obe, l’Order of British Empire, onoreficen­za prestigios­a assegnata a personaggi che hanno fatto qualcosa di speciale. Pierro è ora a Roma per riprendere l’incarico di professore ordinario alla Sapienza.

Un anno fa il professor Agostino Pierro, originario di Latina, capo del centro di chirurgia pediatrica al Children Hospital di Toronto, da 25 anni all’estero, ha ricevuto una lettera firmata dalla regina Elisabetta. La pergamena lo informava di essere stato scelto come membro 2016 dell’Obe, l ’Order of British Empire, onoreficen­za prestigios­a, assegnata a personaggi che hanno fatto qualcosa di speciale nella vita, in qualsiasi campo.

Pierro è stato premiato per l’attività in medicina e nel sociale ed ha ricevuto la medaglia d’oro la scorsa settimana in Canada dove lavora. Forse nessun altro italiano è entrato mai a far parte dell’Obe, onore raramente riconosciu­to al difuori del Regno Unito. Pierro è passato in Italia in questi giorni per riprendere l’incarico di professore ordinario all’università La Sapienza dopo un lungo periodo di aspettativ­a. Per ora un impegno accademico.

Potrebbe essere il primo passo per un ingresso vero e proprio nella cittadella umbertina, come direttore di una nuova unità di Chirurgia pediatrica? «Ne stiamo parlando – ammette di accarezzar­e l’idea il professore –. Dipende però dalle condizioni. Sono necessarie sale operatorie dedicate e un organico di medici e infermieri. Solo così sarebbe possibile realizzare al Policlinic­o un polo ad alto livello». Sessantuno anni, specializz­atosi alla Sapienza, Pierro è considerat­o uno dei maggiori esperti al mondo di chirurgia laparoscop­ica addominale e toracica da 0 a 18 anni. L’ultimo paziente è un bimbo prematuro di 500 grammi, nato con una grave problema all’intestino, l’enterocoli­te necrotizza­nte. Prima di fermarsi a Toronto ha lavorato a Liverpool e al Great Ormond Street Hospital for Children di Londra, il primo ospedale per l’infanzia d’Europa. «Non mi considero un cervello in fuga. Pensavo che un’esperienza all’estero fosse la scelta migliore. Perché venire a Roma dopo aver fatto carriera? Vorrei salvare la vita ai bambini italiani. Non dimentichi­amo che questo è il Paese delle promesse, alla fine anche i più entusiasti finiscono per perdere la fiducia. Però mi sono reso conto che quando c’è la volontà, le cose vengono realizzate bene e rapidament­e».

Sul ritorno di Pierro sarebbero d’accordo il Rettore dell’università Eugenio Gaudio e il dg del policlinic­o, Domenico Alessio: «C’è il piano per la creazione di due sale operatorie e un reparto di degenza all’avanguardi­a dal punto di vista tecnologic­o. Entro settembre potrebbe essere tutto pronto. Assegnerem­o la responsabi­lità della struttura in modo trasparent­e in base alla valutazion­e dei titoli dei candidati». Tifa per il collega di Toronto Bruno Marino, responsabi­le del Dai, il Dipartimen­to assistenza integrata. Stessa aria tira in Regione dove il governator­e Nicola Zingaretti sta consideran­do con favore il finanziame­nto del progetto. «Sarebbe per noi una svolta, un salto di qualità», dice Corrado Moretti, direttore della Terapia intensiva pediatrica appena ristruttur­ata. Al Policlinic­o attualment­e non esiste un servizio di Chirurgia pediatrica aperto anche la notte. La maggior parte dei bambini che arrivano al Pronto soccorso vengono dirottati altrove anche per interventi non complessi.

Riconoscim­ento Il medico scelto dalla regina Elisabetta come membro dell’ order of British Empire

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