Corriere della Sera (Roma)

Perotti superstar: «Falso nueve» ma vero leader

- Gianluca Piacentini

Nell’ultimo derby, con la maglia del Genoa a metà dicembre, aveva rimediato un cartellino rosso da tre giornate di squalifica che gli fece saltare anche la gara contro la Roma. Domenica, per Diego Perotti, è andata meglio: il gol del 4-1 e il tiro che si è stampato sul palo prima che Dzeko lo trasformas­se nel 2-0. È sempre stato considerat­o un predestina­to «El Monito», soprannome che si porta dietro in onore di suo padre Hugo, detto «El Mono» (la scimmia), compagno di squadra di Maradona, che ha omaggiato chiamando il figlio Diego. Un auspicio, che però ha rischiato di rimanere tale. Solo ora, a quasi 28 anni, Perotti sta mantenendo le promesse dopo una carriera fatta di alti e bassi tra Boca Juniors, Siviglia e Genoa. Decisivo l’incontro con Luciano Spalletti, uno di quelli che possono cambiarti la carriera. Arrivato per fare il trequartis­ta o l’esterno offensivo, il tecnico toscano gli ha cucito addosso il ruolo di «falso nueve» che ha spinto in panchina un pezzo da novanta come Edin Dzeko. Ci ha messo poco, insomma, a prendersi la Roma: con lui in campo la formazione gialloross­a ha ottenuto 8 vittorie (è rimasto in panchina solo nel 5-0 col Palermo in cui è entrato nei minuti finali) e un pareggio in campionato, a cui vanno aggiunte le due gare contro il Real Madrid in Champions, segnando 3 gol e fornendo 4 assist. Se la Roma è in corsa per il secondo posto il merito è anche suo. I gialloross­i lo hanno pagato 10 milioni di euro ma l’investimen­to è stato ripagato in pieno: l’ultimo regalo, forse, del d.s. Walter Sabatini.

Rinforzo decisivo Diego è arrivato a gennaio dal Genoa, a Trigoria ha trovato la continuità

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