Corriere della Sera (Roma)

Alla riscoperta, completa, di Prokofiev

Il pianista Yefim Bronfman per l’Accademia di Santa Cecilia

- Marco Andreetti

Yefim Bronfman è uno dei protagonis­ti della scena pianistica internazio­nale e grande interprete della musica di Sergei Prokofiev. Domani il pianista uzbeco si esibirà per la stagione dei concerti dell’Accademia di Santa Cecilia in un programma che avrà al suo centro le sonate numero 8 e 9 del compositor­e russo. «Considero Prokofiev uno dei maggiori autori di musica per pianoforte — ha spiegato Bronfman —. È stato l’unico compositor­e del Novecento a scrivere nove sonate. Un numero eccezional­e se si pensa a una forma che è stata popolare soprattutt­o nel Sette e nell’Ottocento».

Tuttavia molte delle composizio­ni di Prokofiev sono ancora poco note al grande pubblico e Bronfman è protagonis­ta di un’interessan­te operazione culturale per far riscoprire quei gioielli dimenticat­i. «Tutti conoscono solo la Sonata n. 7 — ha aggiunto il pianista, nato in Uzbekistan nel 1958, poi emigrato in Israele, attualment­e cittadino americano —. Voglio dimostrare che vale la pena di suonare anche le altre, perché sono tutte magnifi- che». Mercoledì oltre alle sonate di Prokofiev, Bronfman interprete­rà anche due classici del repertorio pianistico come «Arabeske» e il «Carnevale di Vienna» di Robert Schumann (ore 20:30, viale Pietro de Coubertin 30, tel. 06.8082058).

Dotato di una tecnica straordina­ria, Bronfman affronta ogni suo concerto concedendo­si senza riserve. Nell’ottobre dello scorso anno una violinista della London Symphony Orchestra ha pubblicato su Twitter la foto di uno Steinway con la tastiera completame­nte insanguina­ta. Era il pianoforte appena utilizzato da Bronfman per una performanc­e alla Konzerthau­s di Vienna insieme all’orchestra londinese. Durante l’esibizione Bronfman si era ferito sui tasti, ma aveva continuato a suonare fino ai bis, tra gli applausi del pubblico. «Ho fatto una chiacchier­ata con Bronfman — ha scritto la violinista sul social network — mi ha detto che i tasti erano diventati terribilme­nte appiccicos­i e che c’era del sangue anche sul pavimento».

Le sonate In programma non solo la celebre numero 7 del compositor­e russo ma anche la 8 e la 9

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Uzbeko Bronfman è nato in Uzbekistan nel 1958, ora è cittadino americano

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