ELEZIONI, CHE PREOCCUPAZIONE «MEGLIO IL COMMISSARIO»
Una città, mille domande di Paolo Conti
Caro Conti, parlando con tutti i romani che conosco, gli amici, certo, ma anche i tassisti, la mia fioraia del mercato, le persone che incontro per lavoro, mi rendo conto che in realtà nessuno sa bene chi potrà votare come Sindaco di Roma: neppure la vecchia tecnica di turarsi il naso e votare il meno peggio sembra attecchire, e tanto meno votare Caio per sbarrare la strada a Tizio. E’ facile prevedere che le astensioni saranno altissime e che bene che vada sarà catapultato sulla poltrona di primo cittadino qualcuno che sarà il primo a meravigliarsi di essere stato eletto. Questo in una città dove è ormai più semplice fare l’elenco di quel poco che funziona piuttosto che lamentarsi – invano – di quel tantissimo che non funziona. E quindi in diversi ci stiamo ponendo lo stesso dubbio: ma veramente dobbiamo andare ad elezioni nei termini previsti? Sarebbe possibile prorogare il mandato di Tronca per altri sei mesi, un anno? E dare il tempo ai partiti di presentare dei candidati scelti con maggiore ponderazione, che possano presentare dei veri, concreti programmi? Altrimenti il futuro mi spaventa.
Patrizia Rosazza Ferraris
L a legge è chiara: si deve votare entro 90 giorni dallo scioglimento. Il termine può essere prorogato per altri 90 giorni per far coincidere le elezioni col primo turno elettorale utile. Fossi nei tanti candidati però mi allarmerei: lettere come la sua si stanno moltiplicando. Pessimo segnale per la politica.