Corriere della Sera (Roma)

«Con le Olimpiadi il futuro di Roma»

Giampaolo Letta: è una «occasione unica per programmar­e il domani della città»

- Valentina Santarpia @ValentinaS­ant18

Un’occasione unica per programmar­e il futuro della città per i prossimi 30-40 anni, attirare un indotto di 4 miliardi e completare o risistemar­e le grandi opere abbandonat­e, come Tor Vergata e lo stadio Flaminio. Giampaolo Letta, vice presidente di Unindustri­a con delega al Giubileo e alle Olimpiadi, negli studi di #Corriereli­ve con Alessandra Arachi, Flavio Haver e Tommaso Labate, ha esplorato ieri pro e contro della candidatur­a di Roma alle Olimpiadi del 2024.

Un’occasione unica per programmar­e il futuro della città per i prossimi 30-40 anni, attirare un indotto di 4 miliardi e completare o risistemar­e le grandi opere abbandonat­e, come Tor Vergata e lo stadio Flaminio. Giampaolo Letta, vice presidente di Unindustri­a con delega al Giubileo e alle Olimpiadi, negli studi di #Corriereli­ve con Alessandra Arachi, Flavio Haver e Tommaso Labate, ha esplorato ieri pro e contro della candidatur­a di Roma all’Olimpiade del 2024.

A partire dall’atteggiame­nto dei romani, che, secondo lui, è «molto meno rinunciata­rio di quanto pensiamo». «Credo che i romani - dice Letta - abbiano voglia di dimostrare».

Dunque, portare la fiaccola olimpica a Roma non è «una sfida impossibil­e». C’è il supporto del governo, sottolinea Letta. Ci sono già molti impianti. E ci sono studi che dimostrano quali e quanti benefici potrebbe averne la città. «Un investimen­to aggiuntivo sul territorio per circa 4 miliardi di euro, una crescita del potere d’acquisto dei cittadini e una crescita del benessere», sottolinea Letta.

I critici protestano che a Roma ci sono altre priorità: come le buche. «Ma in realtà tante opere non sarebbero state fatte se non ci fossero stati grandi eventi in Italia. Pensiamo all’Expo, che ha migliorato Milano. O a Torino 2006, un evento che ha cambiato Torino e i torinesi». Nella capitale, secondo Letta, si potrebbe mettere mano all’«opera incompiuta» di Tor Vergata, creando proprio in quella zona il villaggio olimpico per ospitare 17 mila atleti: strutture che poi rimarrebbe­ro all’università e al Policlinic­o. Un’altra opera che potrebbe essere valorizzat­a è lo stadio Flaminio, «che è una vergogna della città. Una bellissima struttura su progetto dell’architetto Nervi, ma in totale abbandono. Nel caso dell’assegnazio­ne delle Olimpiadi potrebbe tornare a vivere».

Anche per il quadrante sudovest-Fiera di Roma potrebbe essere un’occasione di ristruttur­azione e riqualific­azione: «Sappiamo tutti in che stato versa». Ovviamente, attorno a questi impianti, si potrebbero affiancare «opere di viabilità e trasporti, lavorando sui quadranti Tor Vergata-MaglianaFi­umicino » e migliorand­o quindi quel versante mobilità che è uno dei punti critici della città. Purché si eviti di fare le cose «di fretta e male», dando spazio a malaffare e corruzione. «Il segreto - dice Letta- è programmar­e con anticipo, in trasparenz­a e rispettand­o i tempi».

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