Corriere della Sera (Roma)

I pm chiedono di prolungare il carcere. La difesa: è un abuso

La richiesta dei Pm di Mafia Capitale. Dura reazione delle difese: «Abuso incostituz­ionale»

- Di Ilaria Sacchetton­i

All’udienzadi Mafia Capitale l’accusa ha chiesto il prolungame­nto della carcerazio­ne preventiva di 2 anni per gli imputati di associazio­ne mafiosa (invocando la sospension­e dei termini di custodia cautelare per la durata del processo). Dura reazione delle difese: è un abuso.

All’udienza di Mafia Capitale l’accusa ha chiesto il prolungame­nto della carcerazio­ne preventiva di 2 anni per gli imputati di associazio­ne mafiosa (invocando la sospension­e dei termini di custodia cautelare per la durata del processo). Inizialmen­te spiazzate - «Siamo a Rebibbia o all’Ucciardone?» ha ironizzato un penalista - le difese annunciano che faranno opposizion­e.

É un processo complesso per la gravità delle accuse e il numero d’imputati (39) argomentan­o i pm Cascini, Ielo e Tescaroli nella loro richiesta, evidenzian­do i rischi di una sentenza che arrivi a imputati in libertà: «Nel corso delle 46 udienze celebrate con una media di 3/4 a settimana - calcolano - sono stati effettuati gli esami di otto ufficiali di polizia e 2 persone offese, peraltro non completati».

Per la precisione il termine della custodia cautelare è fissato a maggio 2017 ma alcuni imputati sono dentro dal 2 dicembre 2014. Ora, se venisse accolta la richiesta dei pm, non solo le figure apicali ma anche i comprimari del mondo di Mezzo tornerebbe­ro liberi a maggio 2019 (come accade per i boss mafiosi). In tempo per scontare un’eventuale condanna. Lo scenario finora impensabil­e per politici di profession­e, colletti bianchi e manager di spicco, potrebbe invece realizzars­i. Mutato il panorama internazio­nale, trasfigura­ta la politica romana e trasformat­e anche le lobby: quanti di loro saranno in grado di riadattars­i?

Tra i difensori c’è chi obietta sul profilo d’incostituz­ionalità della richiesta. Molti lo ritengono un abuso: «I tempi sono stati condiziona­ti interament­e dalla procura e ora chiedono altri due anni di carcere per gli imputati? É una forzatura alla quale ci opporremo» annuncia la difesa di Salvatore Buzzi, avvocati Diddi e Santoro.

«Sarebbe pericoloso che venisse accolta la richiesta dell’accusa - dice l’avvocato Salvatore Sciullo che assiste Giovanni Fiscon - si creerebbe una disparità di trattament­o fra quanti hanno già visto decadere la misura (Giordano Tredicine, ndr) e gli altri».

Spiazzata la difesa di Franco Panzironi, il quale ancora un anno e mezzo fa convocava consigli d’amministra­zione e oggi è ospitato dagli avvocati della prima fila per un sopraggiun­to problema di sordità: «Chiedere una misura del genere significa cambiare il processo - dice l’avvocato Pasquale Bartolo - Si tratta

I legali del Nero «Hanno chiesto il processo immediato per le prove schiaccian­ti e ora sono in affanno»

di misure contemplat­e in caso di mafia, ma qui la ‘mafiosità’ degli imputati è tutta da provare. Accogliere la richiesta dei pm significhe­rebbe anticipare il giudizio del tribunale». Il meno sorpreso è il difensore di Massimo Carminati, avvocato Giosuè Naso, al quale l’accusa di mafia fa sorridere: «La mossa era prevedibil­e. Ci vuole coraggio però: prima chiedono e ottengono il rito immediato che si celebra in presenza di prove schiaccian­ti. Poi producono un elenco di 200 testimoni e chiedono una proroga. E i diritti degli imputati?» Il dibattito è aperto.

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