Inzaghi parte dal «rispetto»
Simone Inzaghi parla al gruppo e inizia con Biglia gli incontri personalizzati
«Nonmi importa se mi date del tu o del lei. Mi importa che rispettiate me e la Lazio». Simone Inzaghi, nel ritiro di Norcia, si è presentato così al gruppo. E Lotito prepara la rivoluzione per giugno.
Una giornata particolare. «È una sensazione bellissima, compleanno e primo allenamento. È un momento un po’ cosi, ma ho visto massima disponibilità da parte dei ragazzi. Non c’è nessun problema, ora dobbiamo cominciare a lavorare! Io sono pronto!».
Ma a Norcia, poco prima di pronunciare sugli organi ufficiali del club le sue prime parole da allenatore della Lazio, Simone Inzaghi ha tenuto a specificare una cosa nel privato del gruppo: «Non importa se mi date del lei o del tu, l’importante è che mi diate rispetto. Voglio la professionalità che serve a chiudere con dignità la stagione».
Sette partite sono poche per una conferma, strappabile solo con effetti speciali (tipo 7 vittorie con aggancio all’Europa) ma per Inzaghi saranno in ogni caso sufficienti ad aprire una strada senza ritorno: lo sbarco definitivo nel calcio professionistico. Quindi c’è una chance, piccola ma da non sprecare.
Così, al discorso tenuto allo spogliatoio, sono seguiti una serie di colloqui personali nel ritiro di Norcia, blindato con i teloni come alla vigilia del derby del 26 maggio, cioè come se ci fosse ancora in agguato un nemico pronto a spiare le mosse laziali.
Prima di tutto il capitano, Lucas Biglia, con il quale è stato fatto un punto sui problemi di una squadra quest’anno mai davvero squadra. Gli altri faccia a faccia con i big saranno spalmati fino a venerdì, quando la Lazio rimbalzerà a Formello (sabato la prima conferenza stampa del neo tecnico biancoceleste), per poi volare a Palermo per la sfida di domenica sera che scioglierà o confermerà il ritiro nell’eremo umbro. Il gruppo va ricreato da zero e così le consultazioni puntano a mettere un po’ d’ordine del caos che, dopo l’esonero di Pioli, oggi verte sul tema della responsabilità del flop. Alle vecchie scorie tra giocatori, ora si aggiungono i bisticci incrociati tra rosa e società, con il direttore sportivo Igli Tare richiamato in ritiro per condividere le critiche, altrimenti riversate solo sui giocatori messi in punizione dal club.
Ed è forse questo che spiega i teloni issati attorno ai campi d’allenamento: evitare che collassi pure il piano d’emergenza salva-dignità.