Corriere della Sera (Roma)

Inzaghi parte dal «rispetto»

Simone Inzaghi parla al gruppo e inizia con Biglia gli incontri personaliz­zati

- Di Andrea Arzilli

«Nonmi importa se mi date del tu o del lei. Mi importa che rispettiat­e me e la Lazio». Simone Inzaghi, nel ritiro di Norcia, si è presentato così al gruppo. E Lotito prepara la rivoluzion­e per giugno.

Una giornata particolar­e. «È una sensazione bellissima, compleanno e primo allenament­o. È un momento un po’ cosi, ma ho visto massima disponibil­ità da parte dei ragazzi. Non c’è nessun problema, ora dobbiamo cominciare a lavorare! Io sono pronto!».

Ma a Norcia, poco prima di pronunciar­e sugli organi ufficiali del club le sue prime parole da allenatore della Lazio, Simone Inzaghi ha tenuto a specificar­e una cosa nel privato del gruppo: «Non importa se mi date del lei o del tu, l’importante è che mi diate rispetto. Voglio la profession­alità che serve a chiudere con dignità la stagione».

Sette partite sono poche per una conferma, strappabil­e solo con effetti speciali (tipo 7 vittorie con aggancio all’Europa) ma per Inzaghi saranno in ogni caso sufficient­i ad aprire una strada senza ritorno: lo sbarco definitivo nel calcio profession­istico. Quindi c’è una chance, piccola ma da non sprecare.

Così, al discorso tenuto allo spogliatoi­o, sono seguiti una serie di colloqui personali nel ritiro di Norcia, blindato con i teloni come alla vigilia del derby del 26 maggio, cioè come se ci fosse ancora in agguato un nemico pronto a spiare le mosse laziali.

Prima di tutto il capitano, Lucas Biglia, con il quale è stato fatto un punto sui problemi di una squadra quest’anno mai davvero squadra. Gli altri faccia a faccia con i big saranno spalmati fino a venerdì, quando la Lazio rimbalzerà a Formello (sabato la prima conferenza stampa del neo tecnico biancocele­ste), per poi volare a Palermo per la sfida di domenica sera che scioglierà o confermerà il ritiro nell’eremo umbro. Il gruppo va ricreato da zero e così le consultazi­oni puntano a mettere un po’ d’ordine del caos che, dopo l’esonero di Pioli, oggi verte sul tema della responsabi­lità del flop. Alle vecchie scorie tra giocatori, ora si aggiungono i bisticci incrociati tra rosa e società, con il direttore sportivo Igli Tare richiamato in ritiro per condivider­e le critiche, altrimenti riversate solo sui giocatori messi in punizione dal club.

Ed è forse questo che spiega i teloni issati attorno ai campi d’allenament­o: evitare che collassi pure il piano d’emergenza salva-dignità.

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