Corriere della Sera (Roma)

Daniele Silvestri, l’acrobata del pop alla Conciliazi­one

Intervista Daniele Silvestri con quattro concerti (tutti sold out) arriva all’Auditorium Conciliazi­one

- di Laura Martellini a pagina

Volano alti gli acrobati di Daniele Silvestri. Più in alto ancora di quanto lui immaginass­e. Quadruplo sold out all’Auditorium Conciliazi­one dove il cantautore romano sarà in concerto da domani a sabato, e lunedì 11 ( venerdì arriverà in radio «Acrobati», che dà il titolo all’album di successo uscito lo scorso febbraio).

Lei nella sua città, dopo sold out in tutta Italia. Nuove date sono state aggiunte strada facendo.

«Non vedo l’ora. Ho appena mangiato un piatto di spaghetti in viaggio, ma a casa mia hanno un altro sapore».

Ospiti «a sorpresa» nella tappa romana?

«Se intende i miei colleghi capelluti ( Niccolò Fabi e Max Gazzè, con lui in tour nel 2014/2015 ndr) li ho invitati a assistere al concerto. Se vorranno salire sul palco, mi farà piacere, ma non sono in grado di dirlo adesso. Sicurament­e per due serate si uniranno alla band Antonio Diodato - ospite del disco con Caparezza, che firma con me La guerra del sale, e con Dellera, Funky Pushertz e Diego Mancino - e Fabio Rondanini alla batteria».

Uno spettacolo che sembra riportarla indietro almeno come clima al Locale, che vi diede i natali più di vent’anni fa. Questo è il suo primo tour teatrale.

«Sì, c’è molta libertà in questo Acrobati in tour. La scaletta cambia sera dopo sera adeguandos­i agli umori e alle richieste del pubblico. Due brani sono addirittur­a una sorta di juke-box: attraverso i social il pubblico richiede un pezzo del cuore, e i primi due classifica­ti li eseguo live, poi chiudo con Alla fine, ultimo brano del disco. Ma anche altro mi fa ritenere unica l’esperienza nei club». Cosa? «Il disco è particolar­mente adatto a una scansione teatrale. Lo show si sviluppa in due parti separate da un intervallo, come fosse una vera e propria azione scenica: la prima è più tradiziona­le, nella seconda l’ambientazi­one cambia e i costumi, le scenografi­e, l’esecuzione dei pezzi rimandano alle atmosfere fantasiose del circo e del cinema. Uno schermo mi aiuta a presentare i contenuti del momento clou dello spettacolo. Il luogo ideale per mescolare i linguaggi, la mia passione da sempre. E chi mi segue lo sa. Così mi spiego in parte un successo che non m’aspettavo. Per pudore preferisco non parlarne. Dovrei usare aggettivi esagerati».

Forse viene premiata una carriera senza «sbandament­i».

«Se intende sincerità e coerenza, mi ritrovo nella descrizion­e».

Anche per Fabi e Gazzè è un momento d’oro: di Niccolò uscirà il 22 aprile il nuovo disco; Gazzè alla vigilia di due appuntamen­ti speciali nei palazzetti a Roma e Milano.

«Il tour è stata una parentesi che ha fatto bene a tutti e tre! Siamo ripartiti con nuove energie e freschezza».

I talent a distanza di anni continuano a tenere banco. Lei ha più volte mostrato freddezza.

«Confermo. I ragazzi crescono con l’idea che la musica sia quella delle competizio­ni televisive, e in cantina a suonare, come noi che ci offrivamo al pubblico senza rete, ci restano i metallari».

A farne le spese è la canzone d’autore. Un mare d’interpreti, pochi che si mettono a tavolino.

« La mia opinione non è cambiata negli anni: scrivere è ciò che più conta. Creare una canzone, o un concerto, è un insieme di trucchi e di giochi di prestigio. Un metodo, ma anche una filosofia di vita. Come spiego con leggerezza nell’album, l’acrobazia è il gesto necessario: il precariato è acrobatico, la voglia di cambiare è acrobatica, credere nell’amore è acrobatico. Avere una visione è acrobatico».

Filosofia di vita «Creare una canzone, o un live, è un insieme di trucchi e di giochi di prestigio»

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Come al circo Le atmosfere circensi sono l’ispirazion­e dell’ultimo album di Daniele Silvestri dal titolo «Acrobati» e del tour dell’artista, da domani a lunedì all’Auditorium Conciliazi­one (sold out). Uno spettacolo scandito in due parti, come fosse una rappresent­azion e teatrale
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