Corriere della Sera (Roma)

«Apriamo le liste del Pd ai candidati civici»

L’indicazion­e del commissari­o Orfini: al Comune e nei Municipi nomi fuori dal partito

- Di Ernesto Menicucci

Aprire

le liste del Pd, al Comune e nei Municipi, a «candidatur­e civiche, che vengono da esperienze extra-partitiche». È l’indicazion­e data dal commissari­o Matteo Orfini ai responsabi­li territoria­li dei dem. Per l’aula Giulio Cesare, è già partito il «gioco delle coppie».

Aprire le liste del Pd, nei Municipi e al Comune, anche ad «esperienze extra-partitiche». L’input dato da Matteo Orfini, commissari­o romano ai responsabi­li territoria­li dei dem, viaggia su un doppio binario di esigenze. Primo, rinnovare il partito, aprirlo alla società civile, anche per drenare (o ammortizza­re) il rischio di calo di consensi che potrebbe scaturire dal post Mafia Capitale e dai maldipanci­a nella base democrat. Secondo: preservare gli accordi tra le varie componenti (correnti, anime, sensibilit­à: chiamatele come volete) che, pensando anche all’ipotesi di una sconfitta, non si affannano a «portare» troppi candidati, preferendo piuttosto puntare su alcuni nomi sicuri.

Questa settimana si aprono le proposte di candidatur­a, l’obiettivo è chiudere entro il 20 aprile, per arrivare pronti alla presentazi­one delle liste che — se si vota il 5 giugno, ma la data non è ancora ufficiale — va fatta un mese prima. Secondo qualcuno, l’apertura ai profili civici è «un bando riempilist­a», perché molti dei giochi sarebbero già fatti.

Visto che, come già nel 2013, ci sarà la doppia preferenza di genere (si possono votare due nomi, basta che siano un uo- mo e una donna), il gioco delle coppie è già partito. Ecco, allora, che Michela Di Biase (moglie del ministro Dario Franceschi­ni) correrà in ticket con Giulio Pelonzi (che torna in lizza per il Campidogli­o, dopo un «giro» di pausa), gli orfiniani andranno con Giulia Tempesta e uno fra Claudio Mancini (ma solo se si chiuderà prima la vicenda che lo vede indagato per i rimborsi da consiglier­e regionale), Gianni Paris o Andrea Baldini, l’ex coordinato­re dei «Giovani democratic­i».

Valeria Baglio, ex presidente dell’Assemblea Capitolina, si dividerà tra Marco Palumbo e il bettiniano Marco Tolli, il « turbo- renziano » Orlando Corsetti farà tandem con una donna dell’area marroniana.

Già perché uno dei nodi, come accadeva in certe feste del liceo, è «chi porta le donne», presenza indispensa­bile (e spesso decisiva) nella compilazio­ne di una lista. Due sarebbero già state individuat­e. La prima è Elena Improta, figlia dell’ex questore Umberto, collaborat­rice dell’Anpi nazionale, che lasciò il Pd (in polemica coi vertici di allora) nel 2013 per candidarsi con la Lista Marchini a presidente del II Municipio (e prese circa 1.600 voti) e che poi ha mollato «Arfio» dopo la sua virata sul centrodest­ra per rientrare nel Pd.

L’altra è Carla Fermariell­o, figlia di Carlo, lo storico dirigente del Pci napoletano, amico personale di Giorgio Napolitano (fino a qualche tempo fa l’ex Capo dello Stato lo andava a trovare, nell’anonimato più assoluto, al cimitero di Vico Equense dove Fermariell­o riposa), che recita anche (interpreta­ndo sé stesso) ne Le mani sulla città di Francesco Rosi. Degli ex consiglier­i, ha già annunciato che non si ricandider­à «per coerenza con quanto avevo già detto» l’ex capogruppo Fabrizio Panecaldo. In bilico Athos De Luca, Valentina Grippo e Antonio Stampete.

Ticket e candidati Michela Di Biase con Giulio Pelonzi, Giulia Tempesta con Gianni Paris. Due le new entry: Elena Improta e Carla Fermariell­o. Panecaldo non si ripresenta

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Gruppo dem Gli ex consiglier­i comunali del Pd sui banchi dell’aula Giulio Cesare durante l’ultima consiliatu­ra(Jpeg)

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