Il Comune fa pignorare l’Ater
Sequestrati 72 milioni dell’istituto regionale della case popolari: «Non ha pagato l’Ici»
Da due giorni, da quando cioè Equitalia ha ufficializzato il debito - circa 72 milioni di euro - per il mancato pagamento della «vecchia» Ici e della «nuova» Imu al Campidoglio, i conti correnti dell’Ater di Roma sono pignorati. La cassa è completamente congelata, ma gli addetti non sono sorpresi. Problemi all’Ater per la manutenzione delle case.
Da due giorni, da quando cioè Equitalia ha ufficializzato il debito - circa 72 milioni di euro - per il mancato pagamento della «vecchia» Ici e della «nuova» Imu al Campidoglio, i conti correnti dell’Ater di Roma sono pignorati. Niente manutenzioni, niente stipendi, per dirla con un funzionario dell’azienda di edilizia residenziale regionale che solo in città gestisce circa 50 mila case popolari «oggi non potremmo acquistare neanche una risma di carta».
Un epilogo disastroso, la cassa completamente congelata, ma che sorprende gli addetti ai lavori fino a un certo punto: il super debito è agli atti praticamente da sempre, le somme non riscosse e oggi pretese da Equitalia Sud per conto del Campidoglio si riferiscono principalmente alla tassa sulla prima casa mai versata fin dagli anni ’90, l’arretrato Imu risulta ampiamente notificato (tra il 2012 ed il 2015). Già con l’ex giunta di Gianni Alemanno, Ater tentò la strada di un accordo e del resto anche nell’ultimo piano commissariale approvato nel 2015 una delle priorità resta «l’attuazione delle strategie finalizzate alla definizione del debito Ici avanzate al Comune e a Equitalia».
Un pignoramento «annunciato» che però, ora, preoccupa il neo commissario dell’Ater Giovanni Tamburino, ex magistrato chiamato dalla Regione a risanare una realtà troppo a lungo sospesa tra abusivi e morosi: «La dirigenza dell’Ater - ha fatto sapere ieri l’Azienda commentando il pignoramento - si è già attivata presentando ricorso al tribunale civile di Roma per chiedere l’immediata sospensiva del pignoramento dei conti bancari, oltre all’annullamento dell’atto stesso, e avviando con Roma Capitale ed Equitalia un confronto per la definizione di un piano pluriennale di rientro del debito». Entro breve, «il prima possibile» dicono in Azienda, verranno convocati i tavoli tecnici per prefigurare scenari e arrivare a una soluzione del problema, vertici con tutti, il commissario straordinario del Comune di Roma Francesco Paolo Tronca, la Regione, eventualmente anche la commissaria straordinaria per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Silvia Scozzese che solo ieri, in audizione alla Camera, non ha escluso per il Campidoglio una crisi di liquidità già nel corso di quest’anno. L’urgenza di giungere ad un accordo «riparatore», evidentemente, è motivata dall’entità del debito - circa 72 milioni di euro che negli anni si sono appesantiti di spese varie a partire dagli interessi di mora - ma anche dalla necessità di Ater di proseguire nella sua amministrazione ordinaria: manutenzione degli alloggi popolari, stipendi, pagamento degli altri fornitori, fino alla risma di carta che «serve anche per notificare degli sfratti». Il riferimento di alcuni dipendenti, che ieri nel corso di una riunione hanno condiviso con preoccupazione la notizia del pignoramento dei conti aperti alla Banca di Credito Cooperativo di Roma, è agli sforzi impiegati negli ultimi tempi, quelli di Affittopoli, per cercare di cambiare corso: «È mai possibile - ragiona Annamaria Addante dell’Associazione inquilini e proprietari Iacp-Erp -- che da decenni Ater, con gli incassi mensili degli affitti e le vendite degli alloggi, non sia mai riuscita a recuperare liquidità per pagare Ici o Imu al Comune di Roma?».