«Ti prego, faccio il bravo...». Le implorazioni del bimbo autistico all’insegnante che lo violentava
Stupri ripetuti, anche due volte nella stessa mattinata. A subirli un bambino autistico di nove anni vittima di un assistente-educatore sociale, in carcere dallo scorso 10 marzo. Sull’indagato pesa anche il sospetto che abbia abusato di altri bambini nell’istituto di Cinecittà dove prestava servizio. Ma sono al setaccio pure le esperienze lavorative precedenti.
Una pista investigativa seguita dal pubblico ministero Silvia Santucci, allarmata dalla capacità dall’indagato di nascondere per mesi le violenze sul piccolo, riuscendo nel contempo a guadagnarsi la fiducia della famiglia e del corpo insegnante. Il Tribunale del Riesame ha confermato la misura del carcere, sottolineando l’insensibilità dell’uomo, incapace di trattenere le pulsioni persino davanti alle preghiere del bambino. «Ti prego faccio il bravo…. faccio il bravo» arrivò a supplicarlo in un’occasione il piccolo nella speranza di frenare le perversioni dell’uomo, cinquantaquattrenne incensurato, sposato con un figlio. Una richiesta di pietà che lasciò indifferente l’educatore.
Era almeno da dicembre del 2015 che il pedofilo costringeva il bambino a stare da solo con lui. Pause lunghe un’ora trascorse nel bagno della scuola, dove il piccolo subiva le attenzioni dell’assistente che poi si preoccupava di cancellare le tracce degli abusi lavando il bambino. L’indagato ha ammesso le violenze, però circoscrivendole ai cinque giorni precedenti l’arresto. Una versione ritenuta inverosimile dal Riesame, che ha osservato come già prima di Natale allontanò la mamma dal piccolo, intenzionata a sistemargli il pannolino forse perché intimorito dal venire scoperto. Ed è l’abilità a ridurre al silenzio la vittima che ha indotto gli inquirenti a credere di non trovarsi davanti a un caso isolato.