Corriere della Sera (Roma)

LA LEGGE È LEGGE «PER CONVENZION­E»

- Di Paolo Conti

Materiali per un tentativo di riflession­e non ideologica e non partigiana sul noto caso del liceo Virgilio. Nessuna certezza da difendere ma dubbi da affrontare. Da lungo tempo (e per lungo tempo intendiamo davvero un «lungo tempo», ovvero dagli anni ’70) lo storico liceo di via Giulia è protagonis­ta di un ragionamen­to che potremmo definire «per convenzion­e». Ovvero, «per convenzion­e» si sa che in quella scuola circolano, più che altrove, le cosiddette «droghe leggere». «Per convenzion­e», e per anni, la famosa «aula autogestit­a» è stata tacitament­e considerat­a come uno spazio sottratto al controllo della dirigenza scolastica, dove poter fumare liberament­e. Attenzione: evitiamo, per favore, equivoci. Qui non si vuole discutere sulle modalità dell’intervento delle forze dell’ordine, né dibattere sulla quantità di materiale alla base dell’arresto, meno che mai aprire polemiche sulla necessità di una diversa legislazio­ne sull’uso delle droghe leggere. Perché si può essere serenament­e più o meno d’accordo sull’intervento legislativ­o, ma il punto qui è un altro: si può accettare che in una società organizzat­a, di cui fa parte la nostra complessa città, possa esserci un luogo che «per convenzion­e» sfugga alle leggi? Ovvero: è giusto pensare che «per convenzion­e» chi iscrive un/a proprio/a figlio/a al liceo Virgilio debba mettere nel conto che l’incontro con l’«erba» sarà quasi inevitabil­e nell’ambito scolastico? Soprattutt­o: è corretto che l’universo del liceo Virgilio venga sottratto a quel sistema di regole e di leggi che, lo ripetiamo, magari deve davvero essere modificato, ma finché non lo è, resta quello applicato in Italia? A giudicare dalla mobilitazi­one di alcuni ragazzi (e quella davvero sorprenden­te di taluni genitori) si deduce che sì, c’è chi ritiene il Virgilio «legibus solutus», ovvero «territorio liberato dalle leggi», dove le forze dell’ordine sono viste come «nemiche» alleate di una «preside reazionari­a». Corrado Augias (che certo reazionari­o non è ) giorni fa su La Repubblica poneva (a nostro avviso assai lucidament­e) il problema di quanto possa essere pericoloso, per la fascia più debole dei ragazzi meno psicologic­amente strutturat­i, un incontro sbagliato e quasi obbligator­io, quindi poco protetto, con le droghe leggere in uno spazio scolastico. Chi immagina una Libera Repubblica del Virgilio lo dimentica. Questo sì, è un pensiero che diventa elitario, persino violento, sprezzante verso quelle debolezze. Cioè reazionari­o.

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