LA LEGGE È LEGGE «PER CONVENZIONE»
Materiali per un tentativo di riflessione non ideologica e non partigiana sul noto caso del liceo Virgilio. Nessuna certezza da difendere ma dubbi da affrontare. Da lungo tempo (e per lungo tempo intendiamo davvero un «lungo tempo», ovvero dagli anni ’70) lo storico liceo di via Giulia è protagonista di un ragionamento che potremmo definire «per convenzione». Ovvero, «per convenzione» si sa che in quella scuola circolano, più che altrove, le cosiddette «droghe leggere». «Per convenzione», e per anni, la famosa «aula autogestita» è stata tacitamente considerata come uno spazio sottratto al controllo della dirigenza scolastica, dove poter fumare liberamente. Attenzione: evitiamo, per favore, equivoci. Qui non si vuole discutere sulle modalità dell’intervento delle forze dell’ordine, né dibattere sulla quantità di materiale alla base dell’arresto, meno che mai aprire polemiche sulla necessità di una diversa legislazione sull’uso delle droghe leggere. Perché si può essere serenamente più o meno d’accordo sull’intervento legislativo, ma il punto qui è un altro: si può accettare che in una società organizzata, di cui fa parte la nostra complessa città, possa esserci un luogo che «per convenzione» sfugga alle leggi? Ovvero: è giusto pensare che «per convenzione» chi iscrive un/a proprio/a figlio/a al liceo Virgilio debba mettere nel conto che l’incontro con l’«erba» sarà quasi inevitabile nell’ambito scolastico? Soprattutto: è corretto che l’universo del liceo Virgilio venga sottratto a quel sistema di regole e di leggi che, lo ripetiamo, magari deve davvero essere modificato, ma finché non lo è, resta quello applicato in Italia? A giudicare dalla mobilitazione di alcuni ragazzi (e quella davvero sorprendente di taluni genitori) si deduce che sì, c’è chi ritiene il Virgilio «legibus solutus», ovvero «territorio liberato dalle leggi», dove le forze dell’ordine sono viste come «nemiche» alleate di una «preside reazionaria». Corrado Augias (che certo reazionario non è ) giorni fa su La Repubblica poneva (a nostro avviso assai lucidamente) il problema di quanto possa essere pericoloso, per la fascia più debole dei ragazzi meno psicologicamente strutturati, un incontro sbagliato e quasi obbligatorio, quindi poco protetto, con le droghe leggere in uno spazio scolastico. Chi immagina una Libera Repubblica del Virgilio lo dimentica. Questo sì, è un pensiero che diventa elitario, persino violento, sprezzante verso quelle debolezze. Cioè reazionario.