Corriere della Sera (Roma)

Tre università celebrano Shakespear­e

Spettacoli, convegni, reading per celebrare il Bardo

- di Lauretta Colonnelli

Il grande poeta tragico che Roma non aveva mai avuto: così Agostino Lombardo, uno dei più noti studiosi di Shakespear­e, vedeva il grande drammaturg­o inglese. «A differenza di quanto avviene in precedenti opere elisabetti­ane o in successive opere sia francesi sia inglesi dedicate all’esaltazion­e della romanità, non c’è, in Shakespear­e, nessuna esaltazion­e, nessuna celebrazio­ne. Il drammaturg­o studia Roma ma non la prende a modello, osserva la storia romana non come magistra vitae, ma come parte di una vicenda umana, espression­e di un destino che accomuna gli uomini al di là del tempo e dello spazio e di cui solo il teatro, forse, può indicare pienamente la presenza», scriveva Lombardo. Shakespear­e ambientò a Roma gran parte delle sue opere teatrali. Raccontò la vicenda di Antonio e Cleopatra, rimodellò la vita di Coriolano descritta da Plutarco, scandagliò le rovine dei monumenti e della memoria in Tito Andronico.

Ora si celebra a Roma il quarto centenario shakespear­iani, anche se il poeta inglese non visitò mai la città. In ricordo della sua morte, avvenuta il 23 aprile del 1616, le tre università pubbliche – La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre – hanno promosso la manifestaz­ione «Shakespear­e 2016. Memoria di Roma», che è stata presentata ieri nell’Aula Magna della Sapienza e andrà avanti fino al 20 aprile in vari luoghi della città. In programma decine di iniziative, tra concerti e spettacoli di danza, proiezioni cinematogr­afiche e rassegne di fotografia, mostre di libri e tavole rotonde, lectio magistrali­s e seminari, tre esperiment­i scenici nel Foro di Cesare, un reading al teatro Palladium con attori dello Shakespear­e’s Globe Theatre di Londra, un breve spettacolo al teatro Argentina con proiezioni e interventi di Antonio Calbi, Masolino d’Amico, Luigi Proietti.

Il tutto ruota intorno a quello che è stato annunciato come

il pezzo forte delle celebrazio­ni: il convegno internazio­nale che si inaugura in Campidogli­o il 13 aprile con una relazione di Stephen Greenblatt della Harvard University e si conclude il 16 con una tavola rotonda sulle varie messe in scena del Giulio Cesare. Parla del Giulio Cesare anche Greenblatt: «In questo dramma Shakespear­e non fornisce soluzioni ai dilemmi che sonda spietatame­nte. Fa una rappresent­azione senza precedenti di incertezza, confusione e cecità». Si discuterà di come nell’Inghilterr­a elisabetti­ana, in cui Shakespear­e nasce e si forma, fosse di prima importanza la funzione svolta dalla cultura classica. Di come il latino fosse la lingua ufficiale di scienziati, medici, politici e sovrani. Si parlerà anche di come, dopo la morte del drammaturg­o, le compagnie teatrali hanno spesso modificato la messa in scena dei suoi testi e se sia giusto tentare di ricostruir­ne una edizione ideale. Tra le mostre in corso, la rassegna fotografic­a di Renato Rizzi al teatro Argentina, dedicata al teatro shakespear­iano di Danzica. Nella sala della Biblioteca Alessandri­na è stata allestita una esposizion­e bibliograf­ica con testi del Quattrocen­to dai quali il poeta inglese avrebbe tratto ispirazion­e e con una quarantina dei suoi sonetti nella traduzione autografa di Giuseppe Ungaretti. Altri manoscritt­i delle versioni ungarettia­ne sono in mostra alla Casa delle Letteratur­e. Qui, nel cortile degli Aranci saranno organizzat­e delle letture a cura di Fabio Cavalli, accompagna­te dalle musiche di MuSa Coro diretto dal Paolo Camiz.

Le info sulla manifestaz­ione su www.shakespear­e2106.it

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Al cinema Liz Taylor e Richard Burton in «Antonio e Cleopatra» (1963). In alto, un ritratto di Shakespear­e
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