«Mirabilia», galleria d’antiche stranezze e felini imbalsamati
Rari cimeli da zar e una «Wunderkammer» nello spazio del collezionista Giano del Bufalo
La curiosità, innanzitutto. Mescolata a un gusto nostalgico, al fascino dell’esoterismo, alla costanza della ricerca storica e alla mania per il bizzarro. Nella passione per il collezionismo di Giano Del Bufalo confluisce tutto questo. Così l’apertura della sua «Mirabilia», galleria delle stranezze inaugurata ieri in via di San Teodoro, sembra un gioco di scatole cinesi dello stupore.
La prima cosa che non ci si aspetta è di passeggiare in una viuzza tra Campidoglio e Circo Massimo e imbattersi in grossi felini imbalsamati che fissano il Palatino dall’interno di una vetrina. «Erano in pessime condizioni — racconta Del Bufalo — ho dovuto restaurali completamente documentandomi su vecchi manuali e contattando i pochi che ancora si dedicano a questa pratica». E stupisce entrare in una vera e propria Camera delle Meraviglia allestita su modello delle Wunderkammer che appassionarono nobiluomini e intellettuali europei tra il XIV e XVII secolo, carica di rarità del passato, stravaganze della natura, esotici souvenir e piccoli capolavori d’artigianato.
Soprattutto sorprende che a scovare e inseguire questi preziosi cimeli tra mercatini, fiere dell’antiquariato, case private e musei dismessi sia un giovane trentenne. «È iniziato tutto sette anni fa — ricorda — poi pezzo dopo pezzo si è innescata l’idea di questa collezione». Per anni è rimasta un’attività privata, quasi clandestina viste le leggi ingarbugliate sul trasporto di reperti d’arte e tassidermia. Oggi prende forma in uno spazio espositivo che punta a diventare il quartier generale non solo dell’attività di Del Bufalo ma anche di artisti e appassionati di archeologia, magia, scienze naturali e umanistiche con un programma di appuntamenti di settore.
«In un mondo in cui ci si stupisce sempre più raramente — commenta il collezionista romano — questo scrigno di antiche bizzarrie vuole togliere il fiato». E in effetti si resta a bocca aperta di fronte all’enorme testa d’elefante completa di zanne d’avorio, al vaso asburgo appartenuto a uno zar «realizzato in argento punzonato su una noce di cocco, rarissima quando i viaggi non erano frequenti e le distanze impressionanti». O davanti all’uovo decorato a china con l’antica bandiera dei pirati olandesi e al macabro stendardo barocco della Confraternita della Buona Morte che assistiva i morenti. Tra le centinaia di pezzi esposti ci sono anche la tuta spaziale sovietica indossata per una missione lunare, un cranio intatto di dinosauro vissuto oltre 60 milioni di anni fa e un frammento di meteorite ritrovato in Argentina. «Li ho scelti seguendo il mio gusto personale, mi rappresentano». Sono le «mirabilia» di Del Bufalo.