IL DISASTRO DI PIAZZA MANILA E LE DOMANDE DI UNA NIPOTINA
Una città, mille domande di Paolo Conti
Caro Conti, «Nonno, ma la fontana è ancora rotta...». Quando la riporto a casa dall’asilo, Giulia mi inchioda al suo innocente stupore. Da oltre un anno la fontana di piazzale Manila, accanto a un mini spazio giochi di via Flaminia, è transennata e all’asciutto. «Scriviamo al Sindaco», ho provato a rassicurarla. Che ne sa Giulia, a 3 anni, di degrado urbano? Farà in tempo ad andare all’Università (forse). Spero di essere un nonno smentito...
Antonello Valentini
La lunga agonia di piazza Manila comincia nel 2011, quando si decide di effettuare delle rilevazioni in vista della realizzazione di un parcheggio interrato. Lavori poi interrotti, Basta navigare un po’ sulla Rete per trovare una gran quantità di segnalazioni al Municipio II. Tutte identiche: piazza Manila sta morendo di incuria. Poi, un anno fa, il colpo di grazia: un pino cade e lesiona la fontana. Ancora transenne, e addio acqua e giochi per bambini. La storia di questa nipotina rattristata per il degrado di una fontana che sente «sua», perché la vede tutti i giorni andando all’asilo e poi uscendo, è una amarissima parabola della condizione disperata in cui sta annaspando Roma. Stiamo allevando intere generazioni di futuri cittadini romani che crescono con la chiara percezione del disastro quotidiano, dell’abbandono dei beni pubblici, della cancellazione di tanti punti di riferimento sociali. Salviamo piazza Manila, per i nostri nipoti. Ne avrebbero diritto.