Corriere della Sera (Roma)

Rom e sinti, 5 mila a Roma. In calo episodi di odio Sono 2.112 i bambini nel piano di scolarizza­zione

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Meno sgomberi. Meno campi. E, forse, meno odio. Così dice il Rapporto annuale su rom e sinti in Italia presentato dalla Associazio­ne 21 Luglio in occasione della Giornata internazio­nale. Secondo il rapporto sono 180mila quelli presenti sul territorio italiano, lo 0,25% della popolazion­e totale, solo il 3% «è effettivam­ente nomade» e la metà ha la cittadinan­za italiana. Solo che, spiega l’associazio­ne, «circa 35 mila vivono in emergenza abitativa e di essi quasi 20 mila in insediamen­ti voluti, progettati e gestiti dalle istituzion­i: si contano 145 insediamen­ti formali per soli rom, il 76% dei quali è in Veneto, Toscana, Piemonte, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Sardegna, e 10 centri di raccolta, il 93% dei quali a Milano, Roma e Napoli. L’86% dei rom residenti nei campi vive nel Lazio, in Campania, Lombardia e Toscana, con la regione Lazio che, da sola, raggiunge una percentual­e del 41 per cento, quasi tutti a Roma». E nella Capitale se ne contano quasi 5mila. Sono 2.112 i bambini nomadi coinvolti nel piano di scolarizza­zione di Roma Capitale, residenti in 12 insediamen­ti e presi in carico da organizzaz­ioni: Arci solidariet­à onlus, Cooperativ­a Sociale Ermes, associazio­ne Casa dei diritti sociali e Cooperativ­a sociale Eureka. Ma è ancora lontana la vera e propria integrazio­ne. A Roma si è bloccata la corsa a nuovi campi rom. Ma nel resto d’Italia, secondo il rapporto, «si continuano a registrare interventi mirati alla costruzion­e di nuovi campi o alla manutenzio­ne straordina­ria di quelli esistenti, interventi che reiterano marginaliz­zazione e violazioni dei diritti umani», e che hanno riguardato circa 1.780 persone per oltre 14 milioni di euro di spesa. Ma ci sono dei dati incoraggia­nti, sostiene l’associazio­ne, dall’osservazio­ne dei discorsi d’odio contro rom e sinti sui media. Nel 2015 sono stati contati 265 episodi di odio, di cui 145 classifica­ti dall’associazio­ne di una certa gravità, una media di uno ogni tre giorni. Un dato che colpisce ma in calo rispetto al 2014 quando gli episodi furono 400.

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