Corriere della Sera (Roma)

Le minacce dell’usuraio dai domiciliar­i

Chiesto il processo immediato per Fabio Bartolucci. Le intercetta­zioni

- Di Fulvio Fiano

Ai domiciliar­i continuava a fare l’usuraio con due complici (donne) che lo aiutavano in minacce, riscossion­i e contabilit­à.

Ai domiciliar­i continuava a fare l’usuraio con due complici (donne) che lo aiutavano in minacce, riscossion­i e contabilit­à, e un mediatore che teneva i rapporti con i «clienti». Ma la violazione della misura cautelare, insieme ad una manciata di aggravanti, piccoli episodi di spaccio ricevendo i clienti a casa e la recidiva possono ora costargli una condanna pesante nel processo immediato chiesto dal pm Nadia Plastina.

Fabio Bartolucci di San Basilio, 26 anni, viveva di piccoli prestiti e sproporzio­nati interessi. Rate mensili da 300 euro su un prestito da mille e cinquecent­o. E dalla denuncia di una delle vittime, la compagnia dei carabinier­i di Montesacro ne ha individuat­e altre quattro. Eloquenti le intercetta­zioni. «Una frenetica attività di riscossion­e», la definisce la pubblica accusa, fatta di minacce di ogni tipo.

Nel caso di F.S. l’intimidazi­one è indiretta. Bartolucci gli parla di un altro debitore, ma il messaggio, chiaro, è rivolto anche a lui: «Digli - dice rivolto a F.S. - che quando te pija, te rompe tutte e due le gambe con la mazza da baseball, me ne so comprate due, ma una gliela rompo in testa, te giuro. Gli faccio cascà il dente de ferro. I soldi manco li voglio più, lo voglio rompe».

Contro G.D.M., addetta alle pulizie nella cittadella giudiziari­a di piazzale Clodio (il caso da cui è partita l’inchiesta) si fa accompagna­re in tribunale da Cinzia Luniddi e la figlia di questa, Giorgia Cacchiani. Le due, esplicite, mettono alle strette la vittima la vittima: «Ieri hai preso 800 euro di stipendio, me ne devi dà settecento». Poi, mimando il taglio della gola: «Io te la taglio davanti alle guardie, eh... ti faccio perdere il lavoro». E quando la vittima consegna una busta con ottanta euro: «Io la busta non la voglio, mica devo nascondere io...sono soldi dell’eredità».

Ripetute anche le minacce a N.C. :«Appena ti prendo ti porto a spasso tipo cane, spia, ti rompo tutti i denti, poi te faccio magnà omogenizza­ti per dieci giorni. Te faccio magnà con la cannuccia, buffarolo infame». A un’altra vittima minaccia di levargli l’auto, mentre al mediatore Maurizio Cardia, Bartolucci racconta orgoglioso la risposta data alla figlia di nove anni una delle usurate andata a casa sua per perorare la causa della mamma: «È venuta qua, che cazzo ne so, piangeva, piangeva ... che cazzo te piagni, mo te chiudo nella lavatrice e mi i... tua mamma». La stessa bambina ha dovuto assistere all’aggression­e verbale sul pianerotto­lo di casa alla mamma «iniziando - come testimonia­to dalla vittima - a piangere a dirotto». A casa della Luniddi sono stati trovati 18mila euro in contati sparsi su una scrivania e altri 12 mila in una busta della spesa in camera da letto. A casa della Cacchiani, madre di un bambino di meno di sei anni, altri mille euro in banconote di piccolo taglio, libretti postali e gli assegni delle vittime staccati a garanzia del debito, gia firmati ma privi della data e del beneficiar­io.

Le prove del misero regno messo in piedi da Bartolucci.

La mazza «Quando te pija, te rompe tutte e due le gambe con la mazza da baseball»

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