Inzaghi al debutto contro il Palermo
Inzaghi debutta a Palermo: ha sette partite per convincere Lotito a confermarlo
La Lazio riparte da Simone Inzaghi dopo il tracollo nel derby e l’esonero di Stefano Pioli. Il nuovo allenatore debutta stasera a Palermo: «Vorrei essere il tecnico del presente e del futuro».
Presente e, forse, futuro. L’era di Simone Inzaghi comincia oggi a Palermo (dalle 20.45 su SkySport 1, SkySupercalcio, SkyCalcio 1 e Premium Sport): quanto sarà lunga lo stabilirà il finale di stagione della Lazio.
«Voglio essere l’allenatore attuale e quello del futuro - ha detto il nuovo tecnico biancoceleste -. Sarà il campo a dirlo, dobbiamo fare queste partite alla grande, sono tutte finali da giocare una dopo l’altra. Questa panchina era il mio obiettivo fin da quando ho iniziato ad allenare. Ho trovato un gruppo che viene da un brutto periodo, da un derby perso. Ci sono passato, so cosa significa, però ora dobbiamo ripartire. Le sensazioni sono buone, ho visto voglia e grande disponibilità da parte di tutti».
Compresa quella di stasera contro la squadra di Novellino - contestata e obbligata a vincere senza lo squalificato Vazquez - sono sette le partite che valgono come test di affidabilità sul tecnico biancoceleste, appena subentrato a Stefano Pioli dopo la batosta nel derby. Inzaghino è giunto in fondo alla prima difficile settimana, tra ritiro di Norcia e contestazione dei tifosi. Ha poco più di un mese per risollevare la squadra dalle macerie di una stagione negativa. La Lazio, ora, è un gruppo demoralizzato dai tanti flop di stagione e in emergenza: Konko, Basta e Radu non convocati, Lulic in dubbio, Keita in attacco e Onazi a centrocampo nel 4-3-3 di partenza.
Tocca a Inzaghi il delicato compito di blindare la sua panchina oltre il 15 maggio, riuscendo nell’impresa fallita da Pioli: «È stato il primo che ho chiamato, una volta ricevuto l’incarico - ha svelato Inzaghi -, ma ciò che ci siamo detti lo tengo per me. Stefano è una grandissima persona, prima di essere un grande allenatore: in questi anni abbiamo parlato tanto, doveroso chiamarlo subito».
Con il placet della società, perché la chance, in realtà, è doppia. C’è quella di Inzaghi, alla prima esperienza in serie A dopo 6 anni nelle giovanili biancocelesti. Ma c’è anche quella del club che spera di ritrovarsi in casa la chiave per ricostruire dopo un’annata fallimentare, evitando di inoltrarsi in operazioni (Mihajlovic, Mazzarri o Prandelli) incerte e comunque molto costose.
Per questo la Lazio ha fissato precise regole d’ingaggio che, di fatto, mettono Inzaghi in cima alla lista dei nomi per l’anno prossimo. «Ora guardiamo al futuro, con una scelta giovane, rischiosa, ma molto ambiziosa - ha detto il d.s. Igli Tare -. Inzaghi è un allenatore che rappresenta lo spirito laziale, la storia. Ha fatto un percorso importante nel settore giovanile, con ottimi risultati. Per questo abbiamo deciso di affidargli la prima squadra. Gli faccio un grande in bocca al lupo per il futuro».
L’amico «Pioli è la prima persona che ho sentito ma quello che ci siamo detti resta tra noi»