Corriere della Sera (Roma)

Presente, passato: otto sculture per Mr. Monahan

A Palazzo Altemps le otto sculture bronzee dell’artista california­no in dialogo col passato

- di Edoardo Sassi

Certo, Palazzo Altemps è uno di quei luoghi — straordina­ri, davvero — che qualsiasi cosa gli metti dentro (vicino, sotto, sopra, di su, di giù o accanto a qualcuno dei capolavori archeologi­ci che conserva), quel qualcosa ne esce di gran lunga valorizzat­o. Un luogo, Palazzo Altemps, con una magia speciale, nonché uno dei pochi musei con collezioni antiche rimasti indenni fino a poco tempo fa dalla voga delle «contaminaz­ioni» con l’arte contempora­nea.

Ora invece, dopo la personale di Maurizio Donzelli, il rinascimen­tale edificio che conserva all’interno sculture greche e romane appartenut­e nei secoli XVI e XVII a varie famiglie della nobiltà romana (collezioni Boncompagn­i Ludovisi, Mattei, Del Drago, Altemps...) torna ad aprirsi alla creatività di oggi, e lo fa con una personale del california­no Matthew Monahan (1972), una mostra curata da Ludovico Pratesi e promossa all’interno del museo di Stato dalla galleria Massimo De Carlo.

Otto le sculture bronzee realizzate da Monahan, dichiarata­mente «site-specific», pensate cioè per «dialogare con la collezione permanente del Museo». Una dialettica, quella tra sculture antiche/moderne/contempora­nee, assai sperimenta­ta anche a Roma — dalla Galleria Borghese alla Centrale Montemarti­ni per fare solo due esempi — e che stavolta mostra il lavoro di un artista ancorato a una cifra stilistica «figurativa» e a moduli espressivi che, pur rileggendo­la in chiave contempora­nea, aderiscono di fatto alla statuaria in senso classico.

Maschere, guerrieri e divinità pagane riviste in chiave personale sono accompagna­te da una serie di disegni, incornicia­ti a imitazione delle didascalie del museo, «realizzand­o una fusione sinergica con l’istituzion­e». Le opere di Matthew, viene spiegato, si confrontan­o con le iconografi­e e i miti della classicità: «Il suo lavoro è frutto di diverse contaminaz­ioni, e la sua ricerca si sviluppa intorno all’idea di scultura come una sorta di rovina contempora­nea, dove i materiali, le suggestion­i archeologi­che e la memoria della classicità assumono un aspetto transitori­o, si trasforman­o in suggestivi relitti in bilico tra presente e passato. Elementi iconici apparentem­ente distanti si combinano creando un effetto straniante». L’artista, dalla sua, aggiunge: «Mi è sembrato necessario localizzar­e tutte le mie aspirazion­i sulla figura, per chiederle di diventare il conduttore di tutte le cose trascenden­tali e profane» (piazza di Sant’Apollinare 46, fino al 15 maggio. Info: archeoroma.benicultur­ali.it/musei/ museo-nazionale-romano-palazzo-altemps. Da martedì a domenica 9-19.45).

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Dialettica Il rapporto tra le sculture antiche conservate nel museo e la creatività contempora­nea è il tema della personale dell’artista california­no
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Allestimen­to Una delle opere di Matthew Monahan a Palazzo Altemps

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