Roma Tre, pochi esami a Ingegneria Studente si spara davanti all’ateneo
La vittima, 26 anni, era originario di Potenza. Sentiti amici e i parenti
Aveva ottenuto il porto d’arma per uso sportivo. E si era comprato una Beretta calibro 9 corto per sparare al poligono. E anche su questo si indaga per spiegare il suicidio di M.M., 26 anni, studente di Ingegneria meccanica di Roma Tre, originario di Potenza ma residente con il fratello maggiore, di 30 anni, in un appartamento di via De Dominicis, a Casal Bertone. Ieri alle 12 il ventenne è andato all’università in via della Vasca Navale, all'Ostiense, con la pistola nascosta in tasca al giubbotto. «Voleva guardare i risultati di un esonero scritto che aveva sostenuto qualche giorno fa - ha raccontato un suo collega di facoltà - ma si vedeva che era strano, diceva che stare a Roma Tre non gli piaceva più». Passato qualche minuto, il ventenne si è ripresentato all’ingresso dell’ateneo e si è messo a parlare con un altro ragazzo, Francesco P.
Anche a quest’ultimo è sembrato «un po’ strano». E all’improvviso - davanti a lui e a decine di studenti inorriditi in un cortile interno - l’aspirante ingegnere ha estratto la pistola, se l’è puntata alla testa e ha premuto il grilletto, uccidendosi. L’altro ragazzo, sotto choc, si è sentito male ed è stato assistito dal personale medico di un’ambulanza.
Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato Colombo e il medico legale. In ufficio sono stati portati alcuni studenti, il fratello della vittima e altri parenti che in giornata sono arrivati a Roma dalla Basilicata. Sembra che da qualche tempo il ventenne soffrisse proprio lo studio e la frequentazione dell’università ma non è chiaro se il movente del tragico gesto sia questo. Il percorso universitario non particolarmente brillante potrebbe averlo spinto a togliersi la vita con quell’arma detenuta con tutti i permessi.