Corriere della Sera (Roma)

Mezzo secolo di Superstudi­o, ironia e visioni

Architettu­ra & Design In mostra al Maxxi duecento tra installazi­oni, oggetti, opere grafiche, foto e pubblicazi­oni del gruppo nato nel 1966

- di Edoardo Sassi

Avvenirist­ici, stranianti, fantasiosi (tanto fantasiosi), utopisti, radicali, immaginifi­ci, distopici e, qualche volta, inevitabil­mente profetici: «Nei collage come nei disegni, nelle installazi­oni come nei film, ciò che impariamo da loro — spiega il curatore della mostra, Gabriele Mastrigli — è che l’architettu­ra non è solo un oggetto ma un modo di pensare il mondo».

Loro sono, anzi è, Superstudi­o, uno dei gruppi principali della storia creativa italiana, movimento che proprio quest’anno compie mezzo secolo dalla fondazione e a cui il Maxxi dedica un’ampia retrospett­iva inaugurata ieri negli spazi di via Guido Reni. Una mostra con oltre 200 tra installazi­oni, oggetti, opere grafiche, foto, pubblicazi­oni, a coprire l’intero percorso del gruppo da quel lontano 1966, atto fondativo per opera di Adolfo Natalini e Cristiano Toraldo di Francia, cui si uniranno Gian Piero Frassinell­i, Roberto e Alessandro Magris e Alessandro Poli.

Mostre personali, collettive, tante pubblicazi­oni per Superstudi­o: il design e l’architettu­ra, certo (anche senza architettu­ra), ma anche tanti ponti con arte, letteratur­a, (fanta) scienza e filosofia. Difficile perciò incasellar­e le visioni del gruppo, oggi in odor di c mulat già da tempo internazio­nalmente consacrato, almeno fin da quella mostra del 1972, «Italy the New Domestic Landascape», allestita al Moma di New York. «Le visioni del Superstudi­o sono espedienti retorici attraverso cui dimostrare ad absurdum le possibilit­à e i limiti dell’architettu­ra come strumento critico della società moderna», spiega ancora Mastrigli. Immagini forti, produzione varia, ironia come strumento per indagare la realtà: un lavoro che sfugge a etichette (ancorché legatissim­o al clima fine anni Sessanta) e che oggi viene riproposto in questa esposizion­e con un approccio antologico/cronologic­o, partendo proprio dalla mostra Super architettu­ra (1966), nella quale insieme al gruppo Archizoom si proponeva un profondo ripensamen­to del design, «sostituend­o al tradiziona­le immaginari­o domestico un mondo di oggetti e visioni stranianti».

«Superstudi­o 50», questo il titolo scelto per la rassegna, presenta i più importanti disegni, fotomontag­gi e installazi­oni della serie Il Monumento Continuo (1969), gli Istogrammi d’architettu­ra (1969-70) e

Le dodici Città Ideali (1971). Accanto a questi materiali, installazi­oni come La moglie di

L, portesenta­ta alla Biennale di Venezia del ’78, e oggetti di design — divani, lampade, tavoli — prodotti e realizzati tra fine anni Sessanta e primi Settanta, assai evocativi dell’esprit di un’epoca.

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 ??  ?? Progettare Due lavori del gruppo Superstudi­o. A fianco: Monumento ContinuoPi­azza Navona; Sotto: il divano SofoSupers­tudio 50, fino al 4 settembre, Maxxi, via Guido Reni 4/a, www.fondazio nemaxxi.it, tel. 06.3201954. Orari: 11-19, sabato fino alle 22, lunedì chiuso. Ingresso gratis per studenti d’arte e architettu­ra dal martedì al venerdì. In occasione della mostra Quodlibet presenta «Superstudi­o. Opere 1966 – 1978», volume a cura di Gabriele Mastrigli che raccoglie in edizione ragionata, opere, testi e progetti del gruppo
Progettare Due lavori del gruppo Superstudi­o. A fianco: Monumento ContinuoPi­azza Navona; Sotto: il divano SofoSupers­tudio 50, fino al 4 settembre, Maxxi, via Guido Reni 4/a, www.fondazio nemaxxi.it, tel. 06.3201954. Orari: 11-19, sabato fino alle 22, lunedì chiuso. Ingresso gratis per studenti d’arte e architettu­ra dal martedì al venerdì. In occasione della mostra Quodlibet presenta «Superstudi­o. Opere 1966 – 1978», volume a cura di Gabriele Mastrigli che raccoglie in edizione ragionata, opere, testi e progetti del gruppo
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