Meloni, la campagna elettorale parte dal Pincio
Nel centrodestra giornata decisiva per la scelta di Berlusconi. Lite La Russa-Marchini
Giorgia Meloni al Pincio, ad aprire la sua campagna elettorale, dopo l’ennesima giornata ad alta tensione nel centrodestra. Perché quando tutto sembrava ormai fatto, con la convergenza di tutto il centrodestra sul suo nome, la trattativa è tornata in alto mare. E Silvio Berlusconi, che ad un certo punto del pomeriggio sembrava essersi rassegnato ai sondaggi negativi su Guido Bertolaso e alla necessità di tenere unito il centrodestra, in realtà ci ha ripensato. Deciderà, oggi, l’ufficio di presidenza convocato di Forza Italia, anche sull’ipotesi di creare una «Federazione», tra FI, Lega e Fratelli d’Italia, con un comitato di presidenza che sarebbe guidato da Berlusconi stesso.
Un escamotage che, per l’ottantenne leader, suonava come il riconoscimento dell’ « onore delle armi » , nella prospettiva di inserire Roma in un contesto nazionale. Si era arrivati fino al punto che la Meloni aveva invitato Berlusconi al Pincio, mentre sul tavolo rimaneva solo la situazione di Bertolaso. A lui toccava l’ultima decisione: correre da solo, ritirarsi del tutto o accettare un altro ruolo. Nel partito della Meloni dicono di «non avere preclusioni nei suoi confronti: può fare quello che vuole, dal vicesindaco al capolista di Forza Italia. Scegliesse lui». Ma la frenata dell’ora di cena ha, di nuovo, rimesso tutto in discussione.
In campo, per ora, resta an- cora Francesco Storace, leader della Destra, che oggi presenterà il suo libro «La prossima a destra» e che ieri ha sentito al telefono Berlusconi. Storace fa sapere: «Vado avanti, ma ci faccia sapere la Meloni se i nostri voti sono graditi oppure no». Su questo scenario, però, sono piombati i sondaggi Ipr e Tecné, che hanno «testato» non solo i candidati a sindaco, ma anche l’eventuale ballottaggio. E, da queste rilevazioni, è venuto fuori che l’unico che avrebbe chances di battere Virginia Raggi del Movimento Cinque Stelle sarebbe Alfio Marchini, l’imprenditore rimasto fuori dagli accordi costruiti dai «pontieri». L’imprenditore attacca la Meloni: «Ha cogestito la città insieme ad Alemanno » . Ignazio La Russa (FdI) ribatte: «Capisco la delusione di Marchini di fronte al ricompattarsi del centrodestra su Giorgia Meloni ma farebbe bene a misurare gli attacchi». E ancora: «Gli ricordo che il deus ex machina della sua campagna elettorale è stato il coordinatore della campagna elettorale di Alemanno». Controreplica di « Arfio » : «Quando si dice coda di paglia... Al senatore Augello, pur non essendo deus ex machina di nulla, riconosco l’intelligenza politica di aver capito che la crisi di sistema italiana si affronta unendo civismo e politica». Anticipi di campagna elettorale?